Papa Francesco istituisce una “super amministrazione” per le finanze vaticane
Papa Francesco vara un pacchetto di “modifiche” di settore per quanto riguarda le finanze della Santa Sede. Istituisce una Segreteria per l’Economia, con compiti di programmazione finanziaria e di stesura di un bilancio annuale. Nominerà un revisore generale con il potere di svolgere revisioni su qualunque amministrazione nella Santa Sede e nello Stato di Città del Vaticano. E crea un nuovo Consiglio per l’Economia, con 15 componenti, dei quali otto tra cardinali e vescovi e sette laici. Per ora, si sa solo che il prefetto della Segreteria per l’Economia sarà il cardinale australiano George Pell. Avrà un segretario generale, che ancora non è stato nominato. Rumors insistenti provenienti dalla Spagna dicono che il numero due sarà Lucio Vallejo Balda, che al momento è il numero due della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.
Se la nomina di Vallejo Balda fosse confermata (padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa, ha detto che ancora non si sa quando le nomine saranno rese pubbliche), si potrebbe pensare che la Segreteria per l’Economia andrebbe a sostituire la Prefettura per gli Affari Economici. Alla quale (come fu anticipato da korazym.org) era stato affidato il compito di programmazione finanziaria nella riforma del regolamento della Curia del 22 febbraio 2011.
In fondo, il Papa nel Motu Proprio (pubblicato sull’Osservatore Romano) dispone “che quanto stabilito abbia immediato, pieno e stabile valore, anche abrogando tutte le disposizioni incompatibili”. E forse in queste disposizioni può rientrare proprio la Prefettura degli Affari Economici.
Le funzioni in molti casi sono le stesse. Un esempio su tutti. Secondo il Regolamento della Prefettura, questa deve “redigere il documento di programmazione economica nel quale vengono proposti gli obiettivi che in modo unitario devono essere perseguiti dalle amministrazioni” e proporre “periodicamente i principali parametri macro-economici di riferimento, da utilizzare da parte degli enti per la redazione dei rispettivi bilanci annuali di previsione”.
Funzioni che ora sono diventate appannaggio della Segreteria per l’Economia, che – dice il comunicato della Sala Stampa Vaticana – “sarà responsabile, tra le altre cose, per la preparazione di un budget annuale per la Santa Sede e lo Stato di Città del Vaticano, nonché la pianificazione finanziaria e le varie funzioni di supporto quali le risorse umane e l’approvvigionamento”.
Allo stesso modo, il Consiglio per l’Economia andrà a sostituire il Consiglio di cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede, detto comunemente il Consiglio dei Quindici. I membri del nuovo Consiglio saranno sempre quindici, ma la composizione sarà diversa: otto di loro saranno cardinali o vescovi, mentre sette saranno laici “con competenze finanziarie e riconosciuta professionalità”. Verranno mantenuti i criteri di selezione internazionale.
Che ci fosse un cambiamento allo studio era segnalato da vari indizi. Il Consiglio dei Quindici si era riunito lo scorso mercoledì, e probabilmente sabato pomeriggio si è incontrato con il Consiglio dei Cardinali, il cosiddetto C8. Nessuno dei cardinali del C8 era alle visite di cortesia a rendere omaggio ai nuovi cardinali, mentre c’era il secondo segretario di Papa Francesco, Fabian Pedacchio. A chi gli chiedeva se il Papa avrebbe fatto una sorpresa, Pedacchio ha risposto che “il Papa sta avendo degli incontri”. Verso la fine delle visite di calore è arrivato il cardinal Versaldi, presidente della Prefettura degli Affari Economici, in abito da lavoro e con una valigetta nelle mani.
Indizi che lasciano pensare che proprio nel pomeriggio di sabato si siano definiti gli ultimi dettagli del passaggio di consegne. A un livello più ampio, si può notare come l’asse delle finanze vaticane si sia definitivamente spostato da uno scenario italiano (con i cardinali Attilio Nicora a guidare l’Autorità di Informazione Finanziaria e Giuseppe Versaldi alla guida della Prefettura degli Affari Economici) ad uno scenario tutto nuovo, forse più internazionale, secondo la linea già stabilita da Benedetto XVI. Sarà da vedere, però, in che modo verranno distribuiti gli incarichi, su quali basi saranno scelti i sette laici e gli otto prelati del nuovo consiglio dei quindici, e in che modo saranno delineati gli Statuti.
Pell è chiamato a preparare gli Statuti al più presto possibile, definirà “le altre questioni connesse con l’assistenza dei consiglieri necessari” e lavorerà con la Commissione Referente di Studio e di Indirizzo sull’Organizzazione della Struttura Economico Amministrativa della Santa Sede per “completare l’attuazione di tali disposizioni approvate dal Santo Padre”.
Dopo il proliferare dell’assunzione di consulenti esterni, la Pontificia Commissione Referente (il cui segretario è sempre Vallejo Balda) ha dunque suggerito una sovrastruttura, una sorta di “Tesoro centrale” che risponde direttamente al Papa. Viene costituita come “dicastero della Curia Romana secondo la Costituzione apostolica Pastor Bonus” (art. 4 del motu proprio). Nulla viene detto su come verrà la Costituzione apostolica verrà emendata per far posto al nuovo dicastero.
Resta fermo il ruolo dell’Amministrazione per il Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), confermato come “Banca centrale” del Vaticano: è la prima volta che l’APSA viene descritta ufficialmente così. E resta fermo anche il ruolo dell’Autorità di Informazione Finanziaria, che continuerà a svolgere il “suo ruolo attuale e fondamentale di vigilanza prudenziale e disciplina delle attività all’interno della Santa Sede e dello Stato di Città del Vaticano”.