Papa Francesco: l’amore cristiano abbraccia tutti

“Lo Spirito Santo ci solleva sempre a un grande amore disinteressato verso i poveri, i malati e gli indifesi, come i bambini non ancora nati. Oggi è con noi una campana portata dalla Polonia, chiamata ‘La voce dei non nati’, che sarà portata in Kazakistan. Essa ricorderà la necessità di proteggere la vita umana dal concepimento alla morte naturale. Saluto gli ideatori di questa iniziativa: la Fondazione polacca ‘Sì alla vita’, che porta il nome dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria”:
con queste parole papa Francesco ha benedetto la campana della Fondazione polacca ‘Sì alla vita’, destinata alla popolazione del Kazakistan e pregato per le popolazioni dell’Afghanistan, colpite dalle inondazioni, causando “numerose perdite di vite umane, tra cui bambini, e continuano a causare distruzione di molte case. Prego per le vittime, in particolare per i bambini e le loro famiglie, e faccio appello alla Comunità internazionale affinché fornisca subito gli aiuti e il sostegno necessari a proteggere i più vulnerabili”, oltreché per i popoli martoriati dalla guerra in Ucraina, in Terra Santa e nel Myanmar”.
Ed all’inizio dell’udienza generale papa Francesco ha incentrato la catechesi sulla terza virtù cardinale, che è la carità: “Essa è il culmine di tutto l’itinerario che abbiamo compiuto con le catechesi sulle virtù. Pensare alla carità allarga subito il cuore, allarga la mente, corre alle parole ispirate di san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi”
Nella conclusione di questo inno chiaramente l’apostolo Paolo ha evidenziato che la carità è ‘più grande’ anche della fede e della speranza: “Paolo indirizza queste parole a una comunità tutt’altro che perfetta nell’amore fraterno: i cristiani di Corinto erano piuttosto litigiosi, c’erano divisioni interne, c’è chi pretende di avere sempre ragione e non ascolta gli altri, ritenendoli inferiori. A questi tali Paolo ricorda che la scienza gonfia, mentre la carità edifica. L’Apostolo poi registra uno scandalo che tocca perfino il momento di massima unione di una comunità cristiana, vale a dire la ‘cena del Signore’, la celebrazione eucaristica: anche lì ci sono divisioni, e c’è chi se ne approfitta per mangiare e bere escludendo chi non ha niente”.
Per il papa l’apostolo delle genti ha spiegato bene il significato dell’amore: “Non l’amore che sale, ma quello che scende; non quello che prende, ma quello che dona; non quello che appare, ma quello che si nasconde. Paolo è preoccupato che a Corinto (come anche oggi tra noi) si faccia confusione e che della virtù teologale dell’amore, quella che viene solo da Dio, in realtà non ci sia alcuna traccia. E se anche a parole tutti assicurano di essere brave persone, di voler bene alla propria famiglia e ai propri amici, in realtà dell’amore di Dio sanno ben poco”.
Anche ai tempi dell’apostolo i cristiani avevano molte parole per la definizione di amore, ma hanno definito ‘agape’ l’amore verso Dio, che spinge ai fratelli: “Ma c’è un amore più grande, un amore che proviene da Dio e si indirizza verso Dio, che ci abilita ad amare Dio, a diventare suoi amici, ci abilita ad amare il prossimo come lo ama Dio, col desiderio di condividere l’amicizia con Dio.
Questo amore, a motivo di Cristo, ci spinge là dove umanamente non andremmo: è l’amore per il povero, per ciò che non è amabile, per chi non ci vuole bene e non è riconoscente. E’ l’amore per ciò che nessuno amerebbe; anche per il nemico. Anche per il nemico. Questo è ‘teologale’, questo viene da Dio, è opera dello Spirito Santo in noi”.
Infatti nel ‘discorso della montagna’ Gesù amplia il concetto di amore in carità, che si concretizza nel perdono: “L’amore cristiano abbraccia ciò che non è amabile, offre il perdono (quanto è difficile perdonare! quanto amore ci vuole per perdonare!), l’amore cristiano benedice quelli che maledicono, mentre noi siamo abituati, davanti a un insulto o a una maledizione, a rispondere con un altro insulto, con un’altra maledizione… L’amore è la ‘porta stretta’ attraverso cui passare per entrare nel Regno di Dio. Perché alla sera della vita non saremo giudicati sull’amore generico, saremo giudicati proprio sulla carità, sull’amore che noi abbiamo avuto in concreto”.
Inoltre in un messaggio inviato ai partecipanti all’Arena di Pace, in programma sabato prossimo a Verona papa Francesco ha evidenziato che la pace è ‘artigianale’: “… la pace la costruiamo noi, nelle nostre case, in famiglia, tra vicini di casa, nei luoghi dove lavoriamo, nei quartieri dove abitiamo… In queste scelte di pace e di giustizia quotidiane e a portata di mano possiamo seminare l’inizio di un mondo nuovo, dove la morte non avrà l’ultima parola e la vita fiorirà per tutti”.
(Foto Santa Sede)