Infierire sui tradizionalisti è un errore strategico. Da seggiolino eiettabile

Manifestazione tradizionalista a Quimper
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.06.2024 – Vik van Brantegem] – Riportiamo la traduzione italiana dall’inglese – a cura del blog MiL-Messainlatino [QUI] – dell’articolo Crescono le voci di una “soluzione finale” per la Santa Messa tradizionale pubblicato il 17 giugno 2024 su Rorate Cæli [QUI]. In molte occasioni questo blog cattolico tradizionale anglofono ha mostrato di essere attendibile e degno di fede. Inoltre, riportiamo il podcast Perché infierire sui tradizionalisti è un errore strategico di Aurelio Porfiri e la protesta dei fedeli cattolici tradizionisti bretoni, che chiedono il mantenimento delle comunità tradizionali nella Diocesi di Quimper e Léon in Bretagna, organizzati nel comitato “Per il mantenimento della tradizione nel Finistère” [QUI e QUI] che da alcune settimane stanno manifestando per le strade di Quimper.

Crescono le voci di una “soluzione finale” per la Santa Messa tradizionale – di Rorate Cæli

«Ancora una volta, come almeno due volte in passato (prima della repressione dei Frati Francescani dell’Immacolata e nei dodici mesi che hanno preceduto la Lettera apostolica in forma di Motu proprio Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970), il blog Rorate Cæli è tristemente portatore di voci gravi, pesanti e persistenti provenienti dagli ambienti vicini al Cardinale Arthur Roche, Prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e ai guerrieri della liturgia vicini a Domus Sanctae Marthae a Roma.

Si sta cercando di attuare al più presto un documento della Santa Sede con una soluzione severa, radicale e definitiva che bandisca la Santa Messa tradizionale. Gli stessi ideologi che hanno imposto la Lettera apostolica in forma di Motu proprio Traditionis custodes e la sua attuazione, e che sono ancora frustrati per i suoi risultati apparentemente lenti, soprattutto negli Stati Uniti e in Francia, vogliono vietarla e chiuderla ovunque e immediatamente. Vogliono farlo mentre Papa Francesco è ancora al potere. Vogliono renderlo il più ampio, definitivo e irreversibile possibile.

Queste voci provengono dalle fonti più credibili [*], in diversi continenti, e vi esortiamo a prenderle il più seriamente possibile, e a fare ciò che potete nella vostra sede, come laici, sacerdoti, vescovi, cardinali, religiosi e religiose, per evitare che il divieto diventi una misura concreta.

Possiamo impedire che ciò avvenga? Sì, possiamo: con la preghiera, il sacrificio, la penitenza, l’influenza e la pressione, di qualsiasi tipo, che possiamo esercitare. Il nemico è forte, ma il Signore e la Madonna sono più forti.

Quando avremo ulteriori informazioni da rendere pubbliche, ve le comunicheremo.

[*] Nota: quello che possiamo dire è che queste voci provengono dalle stesse fonti che hanno rivelato al blog Rorate Cæli che la Santa Sede aveva inviato un sondaggio ai vescovi sulla Lettera apostolica Motu proprio data Summorum Pontificum (in preparazione di quella che sarebbe diventata la Lettera apostolica in forma di Motu proprio Traditionis custodes), ed il blog Rorate Cæli è stata la prima fonte a pubblicarlo; e le stesse fonti che per prime hanno rivelato che un documento come la Lettera apostolica in forma di Motu proprio Traditionis custodes sarebbe arrivato (e il blog Rorate Cæli è stato anche il primo a rivelarlo all’epoca). Con l’aggiunta di altre fonti credibili. che hanno menzionato le stesse voci attuali e che il blog Rorate Cæli non conosceva al tempo della Lettera apostolica in forma di Motu proprio Traditionis custodes, e che ora confermano le voci persistenti.

Podcast Perché infierire sui tradizionalisti è un errore strategico – di Aurelio Porfiri

Il podcast Perché infierire sui tradizionalisti è un errore strategico pubblicato oggi di Aurelio Porfiri sul suo blog Traditio [QUI], affronta il tema delle possibili restrizioni alla Messa tradizionale. Questo argomento ha suscitato un acceso dibattito all’interno della Chiesa Cattolica, con Papa Francesco e la gerarchia ecclesiastica che hanno introdotto nuove normative mirate a limitare questa forma di celebrazione.

Porfiri inizia il suo discorso citando il Motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco del 18 dicembre 2023, che ha ridimensionato significativamente le disposizioni del Motu proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI del 7 luglio 2021. Egli evidenzia come queste restrizioni non siano una novità, ma parte di un trend continuo per limitare la Messa vetus ordo, scoraggiandola attivamente.

Porfiri si interroga se questo gruppo sia realmente una sparuta minoranza di nostalgici anziani, come spesso viene descritto. Se così fosse, si chiede perché la gerarchia ecclesiastica si preoccupi tanto di loro, dato che una minoranza così piccola dovrebbe estinguersi naturalmente nel corso dei decenni.

Porfiri sottolinea inoltre che le azioni repressive contro i gruppi tradizionalisti potrebbero avere l’effetto opposto, rafforzando il loro senso identitario e organizzandoli ancora di più. Questo, a suo avviso, rappresenta un grave errore strategico, poiché aumenta la loro determinazione e coesione.

Il podcast Perché infierire sui tradizionalisti è un errore strategico di Aurelio Porfiri invita gli ascoltatori a riflettere profondamente sulle conseguenze delle restrizioni alla Messa tradizionale e sull’importanza di un dialogo costruttivo all’interno della Chiesa.

Manifestazioni per la difesa delle comunità tradizionali nel Finestère

Domenica 16 giugno 2024, 350 fedeli cattolici che chiedono il mantenimento delle comunità tradizionali nella diocesi di Quimper e Léon, organizzati nel comitato “Per il mantenimento della tradizione nel Finistère” [QUI e QUI] hanno manifestato per le strade di Quimper in Bretagna. Si sono incontrati sulla piazza antistante la Cattedrale di Saint Corentin alle ore 15.00. Sono accorsi per protestare contro le decisioni prese il 19 maggio scorso da Mons. Laurent Dognin, Vescovo di Quimper et Léon, contro i fedeli attaccati alla liturgia tradizionale e contro la sua decisione di espellere i sacerdoti della Fraternità Sacerdotale di San Pietro, a cui essi erano stati affidati fino ad allora.

Nel momento in cui la stampa scopriva con interesse e stupore la Messa tradizionale della solennità di Pentecoste trasmessa in diretta su Cnews, a chiusura del 42° Pellegrinaggio della Tradizione da Parigi a Nostra Signora di Chartres, dal tema Voglio vedere Dio che si è svolto da sabato 18 a lunedì 20 maggio 2024 [QUI]. Si tratta di una grande presenza numerica internazionale, con la partecipazione di pellegrini, dalla Francia e di diversi altri Paesi. Un evento consolidato capace di accogliere quasi 18.000 pellegrini, che attrae molti giovani e legato all’uso della liturgia tradizionale.

Lo stesso giorno di 20 maggio, il Vescovo Dognin firmava una lettera venata di un clericalismo d’altri tempi. Con questa lettera aboliva in tutta la Diocesi di Quimper et Léon le celebrazioni secondo il rito tradizionale delle messe feriali, del Triduo Pasquale, del Corpus Domini, dei battesimi, dei matrimoni, dei funerali, nonché del catechismo dei bambini e della formazione degli adulti. Rimarrebbero solo tre Messe domenicali secondo il rito antico in tutta la diocesi, celebrate a turno da sacerdoti a rotazione che dovranno, prima della fine dell’estate, imparare a celebrare la Messa vetus ordo, a loro per lo più sconosciuta.

Una situazione traballante, senza spina dorsale, su un seggiolino eiettabile. È questa situazione che i fedeli sono arrivati a denunciare pubblicamente a Quimper. Dopo le parole in apertura di Jean-Pierre Maugendre, Presidente di Renaissance Catholique, originario di Brest, venuto a sostenere i fedeli del Finistère, il corteo ha attraversato il centro della città di Quimper verso il vescovado, dietro uno striscione che chiedeva “Tradizione senza condizioni”. Scandito dalla recita del rosario, dagli inni tradizionali e dai campanari, il corteo con bandiere bretoni e stendardi è arrivato davanti al portone del vescovado, che anche questa volta è rimasto chiuso.

Lo scorso 5 maggio un primo raduno aveva già riunito più di 300 persone davanti al portone del vescovado rimasto chiuso. Da allora più di venti fedeli si riuniscono ogni martedì sera per recitare il rosario davanti al portone del vescovado, che rimane chiuso, come resta sempre chiusa per i diritti dei fedeli legati al rito antico, nonostante la copertura mediatica, nonostante la rabbia. Il silenzio di Mons. Dognin diventa un ossimoro, offese assordante. “Mons. Dognin rifiuta visibilmente il dialogo con i suoi fedeli, non lasciando loro altra scelta se non quella di esprimersi in strada. Determinati, i fedeli intendono mantenere la loro mobilitazione, soprattutto nel tempo del perdono. Poiché il vescovo non può governare la sua diocesi dietro le sue mura, la porta del vescovado dovrà aprirsi un giorno”, hanno dichiarato gli organizzatori della manifestazione.

Inoltre, i fedeli legati al rito tradizionale del Finistère attendono ancora una risposta dal Presidente della Conferenza Episcopale Francese, Mons. Éric Marie de Moulins d’Amieu de Beaufort, Arcivescovo metropolita di Reims, alla lettera aperta che gli hanno inviato a fine maggio per chiedere una mediazione. Continueranno a venire a recitare il rosario davanti al vescovado di Quimper ogni martedì alle ore 19.00 finché non si aprirà la porta e sarà reso possibile il dialogo.

Determinati a difendere il diritto alla libertà liturgica, i fedeli ricordano al vescovo e al suo presbiterio che «ciò che era sacro per le generazioni precedenti resta grande e sacro per noi e non può, inaspettatamente, trovarsi proibito, o addirittura considerato dannoso» (Papa Benedetto XVI – Summorum Pontificum, 7 luglio 2021) e chiedergli, come Papa Francesco, di «non avere paura della diversità dei carismi nella Chiesa» e «al contrario, rallegrarsi di vivere questa diversità» (Videomessaggio a tutta la Chiesa, tramite la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, con l’intenzione di preghiera per il primo mese del 2024, 2 gennaio 2024), perché al momento è chiaro che ciò che Papa Francesco autorizza (fino ad ora), Mons. Dognin lo proibisce.

Postscriptum

1. Il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti dice no alla Messa vetus ordo in cattedrale di Melbourne, Australia

Il 27 giugno 2023, a seguito della sua visita al Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti a Roma il 24 gennaio 2023, l’Arcivescovo metropolita di Melbourne, Mons. Peter Andrew Comensoli ha inviato al Dicastero un decreto, come previsto dal Motu proprio Traditionis sustodes,  che autorizzasse in diversi luoghi dell’Arcidiocesi di Melbourne la celebrazione della Santa Messa con il Missale Romanum del 1962. Nella sua risposta, il Segretario del Dicastero, Mons. Vittorio Francesco Viola, cita il Cerimoniale dei Vescovi, ribadendo come «la manifestazione preminente della Chiesa locale (…) quando il Vescovo, come sommo sacerdote del suo gregge, celebra l’Eucaristia e in particolare quando celebra nella Cattedrale, circondato dal suo collegio di presbiteri e dai suoi ministri, e con la piena e attiva partecipazione di tutto il popolo santo di Dio», per dire che la Messa antica non si può celebrare in cattedrale, perché la celebrazione del vescovo deve essere esemplare. Mentre Papa Benedetto XVI tentò di far comprendere, che il rito novus ordo e il rito vetus ordo potevano convivere serenamente nella Chiesa, oggi si lavora invece per infierire contro coloro che sono legati al rito antico, considerandoli in necessità di “rieducazione forzata”. Invece, al contrario di ciò che afferma Mons. Viola, proprio sull’altare dove ordinariamente celebra il vescovo, si dovrebbe celebrare i due riti, tutti e due espressione della lex orandi del rito romano, per favorire l’unità, in applicazione della Costituzione del Concilio Vaticano II Sacrosantum Concilium sulla sacra liturgia del 4 dicembre 1963.

2. «La soluzione finale per la Messa antica? Capisco. Decenni di lotta per sopprimere la Messa dei santi, dei secoli e tutto ciò che ottengono è la crescita esponenziale di detta Messa. Come un fuoco raggiunge ogni cuore che ha contatto con essa. Soltanto i cuori degli empi restano freddi davanti a quel fuoco. Come disse Sant’Atanasio, loro hanno le chiese ma noi abbiamo la Fede. Se necessario andremo alle catacombe ma manterremo la Messa dei secoli. “Si sta cercando di attuare al più presto un documento della Santa Sede con una soluzione severa, radicale e definitiva che bandisca la Santa Messa tradizionale”. Criminali» (Paula Luckhurst).

Traditionis custodes – Indice [QUI]

Foto di copertina: “Tradizione incondizionata”: corteo contro le restrizioni alla Messa vetus ordo a Quimper in Bretagna, Francia, domenica 16 giugno 2024, dopo che il Vescovo di Quimper et Léon, Mons. Laurent Dognin, ha soppresso la disponibilità della Messa tradizionale con l’ultima decisione repressiva.

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