XII domenica del Tempo Ordinario: la Fede, unico sostegno nella tempesta!

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Il brano del Vangelo ci illumina e ci esorta a non perdere la serenità in mezzo ad ogni tipo di tempesta; quando sovrastano grandi pericoli, necessita sempre una grande fede. Grazie a Cristo Gesù, noi siamo figli di Dio e lo invochiamo ‘Padre nostro’. Tutto il creato non è un ammasso caotico e disordinato, ma è ‘cosmo’, ordine e con la sua bellezza ed armonia rende lode a Dio. Il brano del Vangelo evidenzia chiaramente la grandezza incommensurabile di Dio e la nostra realtà di esseri creati a sua immagine ma deboli e limitati, timorosi e facile allo scoraggiamento. L’episodio del vangelo è abbastanza semplice: Gesù con gli Apostoli sale sulla barca, è stanco e si addormenta.

Improvvisa sorge una tempesta, gli Apostoli si vedono perduti e gridano: ‘Gesù, salvaci, siamo perduti’. Gesù si sveglia e li richiama: ‘Uomini di poca fede, perché siete così timorosi?’; non avete fede perché dove c’è la paura non c’è vera fede, l’opposto della fede non è l’incredulità ma la paura. Una cosa sola è risolutiva: il sapere che Gesù è con noi; avere fede in Lui che è il Salvatore, è il Figlio di Dio; è l’Emanuele (il Dio con noi). I discepoli gridarono rivolti a Gesù perché erano rimasti a guardare le onde piuttosto che a Gesù, vero Dio in mezzo agli uomini. Il suo sonno se da una parte ci stupisce, d’altra parte ci mette alla prova. Il Signore è sempre presente in mezzo a noi; siamo noi che dobbiamo coinvolgerlo, invocarlo, metterlo al centro della nostra vita.

L’uomo, pur nella sua debolezza e fragilità (Pascal lo definiva: una canna agitata dal vento) per grazia di Dio è stato creato a sua immagine e somiglianza; è stato elevato da Dio, grazie a Gesù, a figlio di Dio; è necessario allora che questo uomo metta da parte il suo orgoglio, la sua superbia, il suo esagerato individualismo e con umiltà e fede vada alla ricerca di quella Verità assoluta, che è proprio quel Dio dal quale dipendiamo; Homo viator, realtà in cammino diretto alla Gerusalemme celeste, alla vita eterna in comunione con Dio creatore, redentore e Padre. Il mistero dell’uomo trova la soluzione vera solo alla luce del mistero di Cristo Gesù, come bene evidenzia il Vaticano II (Gaudium et Spes, 22). 

Per salvare l’uomo, vittima del suo orgoglio e della sua disobbedienza, Dio ha voluto donarci un cuore nuovo, fedele alla sua volontà d’amore: il cuore di Cristo Gesù. Anche tutto il creato, che l’uomo purtroppo ha avvelenato e mira solo a distruggerlo, è stato affidato all’uomo perché lo coltivasse e per custodirlo; nell’uomo purtroppo spesso prevale solo l’egoismo e la fame insaziabile del denaro. Grande e misericordioso è il Signore Gesù.

Dall’episodio del Vangelo si evince che Gesù  ha voluto che la sua Chiesa sperimentasse il bisogno di Dio; la Chiesa infatti è come la barca in un mare tempestoso, sbattuta dal vento della contraddizione e della prova, però sorretta e guidata dallo Spirito santo, ‘le porte degli inferi non prevarranno’. Gesù oggi rivolge anche a noi il suo richiamo: ‘Perché siete così paurosi, non avete ancora fede?’ La Fede è il dono mirabile dello Spirito santo, è la luce divina, l’unica capace di illuminare, purificare e rinnovare i costumi degli uomini e le loro culture.

La Fede e la Ragione, anche se viaggiano su binari diversi, non sono mai in contraddizione e costituiscono per l’uomo come due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità assoluta. Ma la verità va ricercata con umiltà, accolta con stupore e gratitudine; tu, amico che leggi o ascolti, non temere, guarda avanti: se Cristo Gesù è con te, nel tuo cuore, Egli si ergerà vittorioso contro tutte le forze avverse e il cielo e il mare torneranno ad essere sereni. La Vergine Maria, che non ha mai smesso di confidare in Dio, ridesti in noi sempre il bisogno della sua presenza.

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