In Italia ‘Piccoli Schiavi Invisibili’ di Save the Children

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La tratta e il grave sfruttamento di persone sono fenomeni globali che interessano da vicino sia l’Europa che l’Italia. La XIV edizione del rapporto ‘Piccoli Schiavi Invisibili’, offre una sintesi degli sviluppi recenti riguardo al fenomeno della tratta e dello sfruttamento a livello internazionale, europeo e nazionale. Attraverso l’analisi dei dati e della letteratura, sono evidenziate le tendenze e le evoluzioni del fenomeno nelle sue varie forme.

I minori accolti nel circuito di protezione italiano come vittime di tratta e sfruttamento non sono che una minima parte (la punta dell’iceberg) di un fenomeno sommerso molto più ampio e diffuso. A partire dall’ascolto delle loro storie è possibile individuare elementi utili a conoscere questa terribile piaga che colpisce i bambini, le bambine e gli adolescenti e attrezzarsi per prevenirla e contrastarla, fornendo anche raccomandazioni ai decisori, al fine di realizzare un sistema di prevenzione e protezione sempre più efficace, oltre che garantire il contrasto della tratta di esseri umani.

Il Report fornisce un quadro del fenomeno della tratta e dello sfruttamento a livello internazionale, europeo e nazionale. Dallo studio dei dati vengono evidenziate le tendenze e le evoluzioni del fenomeno nelle sue varie forme. Le storie dei ‘Piccoli Schiavi Invisibili’ sono spesso dai tratti comuni, ma allo stesso tempo uniche. Storie che raccontano di sogni rubati, di fiducia tradita, assenza, di violenze subite, fino all’emersione e al riscatto.

Le stime del report ‘Global Estimates of Modern Slavery: Forced Labour and Forced Marriage’ dell’ILO rilevano che nel mondo sono quasi 50.000.000 le persone vittime di varie forme di schiavitù moderna, di cui oltre 12.000.000 i minorenni, soprattutto nelle forme di lavoro forzato e matrimoni forzati, con un trend in crescita. Tra i minori, 3.300.000 sono coinvolti nel lavoro forzato, in prevalenza per sfruttamento sessuale (1.069.000) o per sfruttamento lavorativo (1.031.000) in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attività illecite, mentre 320.000 risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. I minorenni vittime di matrimoni forzati sono 9.000.000.

Il fenomeno dei matrimoni forzati geograficamente interessa maggiormente l’Asia Orientale (14.200.000 persone coinvolte nel 2021, più del 66% dei casi stimati), seguita a distanza dall’Africa (3.200.000 persone coinvolte, 14,5%), dall’Europa ed Asia Centrale (2.300.000 persone, 10,4%). La maggior parte dei matrimoni forzati è organizzata dai genitori delle vittime (nel 73% dei casi) o da parenti stretti (16%) e spesso si lega a situazioni di forte vulnerabilità, quali servitù domestica o sfruttamento sessuale.

I minorenni valutati in questi primi cinque mesi del 2024 sono stati 62, il 5,4% del totale, di cui il 62,7% di genere maschile e il 37,3% femminile. L’81,3% dei minori valutati è nella fascia 16-18 anni. I Paesi di origine prevalenti sono Tunisia (19,4%), Bangladesh e Pakistan (11,3%), Costa d’Avorio (12,9%), Nigeria (9,7%), Egitto (8,1%), Sierra Leone e Guinea (6,5%), Gambia (4,8%). 

Nello stesso periodo, i servizi anti-tratta hanno preso in carico 320 vittime, di cui il 55,3% femmine, il 40,3% maschi e il 4,4% persone transgender. Gli ambiti di sfruttamento sono quello lavorativo per il 33,1% dei casi, sessuale per il 25% e i matrimoni forzati per il 3,4%. I minorenni presi in carico sono 14, di questi 9 i ragazzi e 5 le ragazze; 25 inoltre stanno ancora attraversando una fase di valutazione del caso.

Le agenzie dell’ONU ILO e OIM sottolineano il nesso tra flussi migratori, mancanza di canali migratori sicuri e regolari e tratta di persone. La mancanza di canali di accesso sicuri e regolari realmente accessibili creano il presupposto affinché le persone migranti ricorrano ai trafficanti per attraversare le frontiere transnazionali, esponendosi al pericolo di essere intercettate anche dalle organizzazioni criminali internazionali legate alla tratta di esseri umani. In questi casi, la tratta di persone e il traffico di migranti si intersecano e la persona migrante, trovandosi in una particolare situazione di vulnerabilità, risulta esposta al rischio di varie forme di sfruttamento nei Paesi di transito e di arrivo.

Sono più di 12 anni che Save the Children è attiva in Italia sul tema della protezione delle vittime di tratta e sfruttamento con una rete qualificata di organizzazioni partner. Il primo progetto messo in campo dall’organizzazione è ‘Vie d’Uscita’, che dal 2012 si occupa di individuare le vittime anche su strada, di avviare percorsi di fuoriuscita dai circuiti della tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo e di accompagnamento all’autonomia economica e sociale. Nel 2023 e nei primi cinque mesi del 2024, insieme ai partner del progetto, sono stati raggiunti 591 beneficiari/e, il 60% di genere femminile, il 43% neomaggiorenni, 34% maggiorenni e 23% minori, provenienti per lo più da Nigeria, Costa d’Avorio, Guinea Conakry e Romania.

Dal 2021 è attivo il progetto Nuovi Percorsi, realizzato in collaborazione con il Numero Verde Anti-tratta, gli enti anti-tratta attivi in tutta Italia e altri enti territoriali pubblici e del privato sociale, per supportare la presa in carico di mamme vittime e dei loro figli in modo integrato, delineando un percorso individualizzato e attivando Doti di Cura educative o materiali, per favorire l’autonomia della madre e percorsi sani di crescita per i figli.  Il progetto ha supportato 1000 beneficiari da giugno 2022, di cui 127 nel corso dei primi 6 mesi del 2024, tra cui 46 mamme, 18 papà e 58 minori.

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