Focsiv rivolge appello a Governo Italiano Europa e Onu per cessate il fuoco in Medio Oriente

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“Un immediato cessate il fuoco; accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza e di tutte le comunità colpite dalla guerra; liberazione immediata degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre; avvio di un processo che ponga fine ai massacri e di una Conferenza di Pace nel Medio Oriente, nella prospettiva del pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati della Palestina e di Israele”:

è l’appello al Governo Italiano, all’Unione Europea, alle Nazioni Unite lanciato da Focsiv e dai suoi soci (Associazione Francesco Realmonte, Celim, Engim, FMSI, Fundation Promotion Social, ISCOS, La Salle Foundation, Overseas, Punto Missione, Progettomondo, RTM) perché sia rispettato ‘il diritto internazionale e trovi attuazione concreta la difesa delle popolazioni civili’ per “scongiurare che il conflitto si estenda ulteriormente a scala regionale.

E’ tempo di dare voce e sostanza alla diplomazia della pace. Che la diplomazia della pace faccia il suo corso, che la comunità internazionale e il nostro Governo si facciano sentire per rimettere al centro l’umanità, il diritto alla vita e alla protezione prima di ogni cosa, e per scongiurare una ulteriore spirale di violenza”.

Per questo davanti a tali drammaticità Focsiv ha chiesto che si fermi la guerra: “E’ tempo che si dica basta, tutti e con forza: basta alle bombe, basta alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti, basta alle azioni militari o operazioni speciali che colpiscono sempre e solo gli innocenti più inermi… Non vogliamo la guerra!”

Ed ha chiesto che intervenga la diplomazia a garantire la pace attraverso: “l’avvio di un processo che ponga fine ai massacri e di una Conferenza di Pace nel Medio Oriente, nella prospettiva del pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati della Palestina e di Israele. Bisogna scongiurare che il conflitto si estenda ulteriormente a scala regionale.

E’ tempo di dare voce e sostanza alla diplomazia della pace. Che la diplomazia della pace faccia il suo corso, che la comunità internazionale e il nostro Governo si facciano sentire per rimettere al centro l’umanità, il diritto alla vita e alla protezione prima di ogni cosa, e per scongiurare una ulteriore spirale di violenza”.

Inoltre per quanto riguarda il ‘Piano Mattei’ Focsiv ha sottolineato alcune criticità: “La trasparenza e la rendicontazione periodica sono elementi fondamentali per garantire la credibilità e l’efficacia del Piano. Un monitoraggio continuo è cruciale non solo per valutare l’impatto dei progetti finanziati, ma anche per assicurarsi che le risorse vengano utilizzate in modo ottimale e in linea con gli obiettivi dichiarati del Piano.

Attualmente, la selezione dei progetti inclusi nel DPCM solleva interrogativi significativi. La mancanza di trasparenza del processo di selezione dei progetti e della pubblicazione della valutazione d’impatto, inclusa una valutazione di alternative più sostenibili, rischia di esporre questa scelta all’influenza di interessi precostituiti, di imprese o governi di Paesi terzi, piuttosto che essere dettata da una visione strategica d’impatto e un processo inclusivo e trasparente in linea con i rispettivi interessi pubblici. Questa ambiguità può minare la fiducia pubblica e internazionale nel Piano, compromettendo il suo potenziale di contribuire realmente allo sviluppo sostenibile in Africa”.

Infine per rendere ‘credibile’ tale paino Focsiv ha proposto di intraprendere alcune iniziative: “A fronte dei vari interrogativi ancora aperti, è necessario lavorare per raggiungere maggiore chiarezza, trasparenza e aderenza della definizione dei progetti rispetto agli obiettivi dichiarati del Piano Mattei. Questo, non solo in ambito bilaterale, ma anche multilaterale e intergovernativo.

L’impegno italiano sul clima emerso alla COP28 dovrà essere rinnovato alla COP29 di Baku, dove si discuterà principalmente di finanza per il clima – e l’Africa, secondo le stime, necessiterebbe di almeno $ 200.000.000.000 l’anno da qui al 2030 per colmare i propri bisogni in quest’area.

Il Piano Mattei dovrebbe assumere una direzione più concreta anche nel quadro della ministeriale G7 Sviluppo a fine ottobre (alla luce anche della dichiarazione finale del Summit G7 di Borgo Egnazia, dove il Piano Mattei è stato accolto positivamente a fianco di più ampie iniziative come le sopracitate Global Gateway e Partnership for Global Infrastructure and Investment – PGII). Iniziative, queste, il cui focus sulla transizione energetica e sul relativo sviluppo infrastrutturale può fornire la giusta ampiezza e ancoraggio al Piano Mattei nel suo ruolo di catalizzatore di crescita verde e sviluppo sostenibile per il Continente africano”.

Per questo il ‘Piano Mattei’ può essere ancora un’opportunità per l’Italia e per i Parsi africani: “La finestra di opportunità politica per rendere il Piano Mattei un vero piano che supporta il futuro dell’Africa è ancora aperta – ma per coglierla occorre ricalibrare i prossimi passi nella giusta direzione. La credibilità del Piano (e con esso dell’Italia come attore internazionale, nei confronti dei Paesi africani ma non solo) dipenderà da ora in poi da quello che si farà nel concreto più che dalla narrativa”.

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