«Chi impara a credere, impara a inginocchiarsi». Testimonianza dal diario degli Alleati dell’Eucaristia e del Vangelo – Parte 2

Dipinto Cristiano
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.08.2024 – Veronica Cireneo] – Inutile dire che chi si sente chiamato alla difesa dell’Eucarestia in questi tempi bui, dove è pressoché normalmente oltraggiata, procedendo nella sua testimonianza, non possa non imbattersi in risvolti sempre nuovi. Nell’articolo che segue, Caterina, giovane Alleata della Campania, già autrice di un precedente racconto sullo stesso tema [QUI], ci narra di un fatto avvenuto in chiesa durante un matrimonio e di un ricordo riguardante l’efficacia dell’esempio della devozione.

«Chi impara a credere, impara a inginocchiarsi. Una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale. E dove questo gesto è andato perduto, dobbiamo nuovamente apprenderlo» (Papa Benedetto XVI).

Canale Telegram degli Alleati dell’Eucaristia e del Vangelo [QUI].

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Non sono un cuor di leone
e il coraggio dell’esempio
mi viene da Dio

Salve cari Alleati dell’Eucarestia, eccomi di nuovo a testimoniare sull’efficacia dell’esempio silenzioso.

Poco tempo fa, invitata, ho partecipato ad un matrimonio. Dal modo di comportarsi in chiesa, forse un po’ troppo distratto, ho immaginato che la maggior parte degli invitati non fosse cattolica praticante.

Nel momento della Santa Comunione ho preso la Santa particola in bocca ed in ginocchio, perché, grazie a Dio, dalle mie parti i sacerdoti non contestano più questa modalità di ricevere il Corpus Domini.

Visto il rilassamento generale non mi aspettavo e non ho nemmeno controllato se qualcuno facesse caso alla mia testimonianza di devozione. Nel momento della Comunione infatti, normalmente penso solo a Gesú, altrimenti tutto si ridurrebbe ad un atto esteriore.

Dopo qualche ora, però, durante il pranzo, contro ogni mia aspettativa, una signora mi ha riferito che, nel momento in cui mi ha vista inginocchiata, si è commossa, ricordando nostalgicamente i tempi in cui la Comunione si faceva ancora così: immagino si riferisse ad una cinquantina di anni fa. Ha espresso anche la sua più totale disapprovazione circa la sciatteria odierna riservata a Nostro Signore e alla Santa Eucaristia. Tuttavia, dato che mi ha fatto capire che lei stessa è saltuaria nella pratica dei sacramenti, prego e spero che presto possa avvicinarsi di più al Signore.

Quest’esperienza mi ha riportato alla mente un episodio simile, capitato proprio a me un paio di anni fa. Ai tempi, non tutte le chiese permettevano che si facesse la Comunione in bocca, o comunque era necessario interpellare prima il sacerdote.

Un giorno, come tanti, partecipai alla Messa feriale, e feci la Comunione Sacramentale, giacché non avevo avuto modo di accordarmi col celebrante. Era così complicato dover spiegare ogni volta, a preti nuovi, che non avrei voluto riceverLa in mano. Ma al momento della distribuzione, con mia grande sorpresa una signora con il velo, senza farsi troppi scrupoli e a differenza di tutti gli altri, decisa avanza lungo la fila, si inginocchia e riceve la Comunione in bocca. Mi sono commossa a vedere quella scena. Credo tanto quanto si commuovono gli altri quando vedono me. A prova che l’effetto dell’esempio è davvero sempre molto contagioso.

Uscendo fuori dalla chiesa, con entusiasmo ho raccontato il fatto ad un’amica, anche lei sempre imbarazzata in quel periodo, al momento della distribuzione della Comunione. Entrambe fummo molto incoraggiate da questo esempio audace ed inatteso, e nel mio caso fu il momento in cui decisi di sposare definitivamente la causa degli Alleati, ripromettendomi che da quel momento in poi non avrei più tentennato, per nessuna ragione al mondo, anche perché stare inginocchiati in preghiera e un’adorazione, attira la Grazia di Dio e arma contro il Nemico.

Così ho iniziato a comportarmi come quella signora, di chiesa in chiesa, con il coraggio, che mi viene infuso di volta in volta da Nostro Signore. Da sola non riuscirei a difendere l’Eucaristia, ma nel pieno della mia debolezza invoco ogni volta lo Spirito Santo che mi dia la forza di testimoniare, senza tirarmi indietro, ovunque mi trovi. E così accade. Sento che passo dopo passo, Dio mi rende sempre più sicura e determinata nello svolgimento di quella che considero una missione.

Ringrazio il Signore per questa chiamata e invito chiunque legga questo brano ad aggregarsi nell’impegno di dare testimonianza di devozione, per sensibilizzare il prossimo circa il rispetto che si deve a Nostro Signore Gesù Cristo Sacramentato.

Il Signore sostenga soprattutto chi tentenna per non voler apparire “esibizionista” davanti agli occhi di tutti. Non preoccupatevi di questo pensiero. Dio ci conosce e scruta i cuori. Anzi, ben venga qualcuno pensi male di noi. Il giudizio umano non vale nulla e cambia rapidamente. Ciò che conta è il giudizio di Dio, che noi adoriamo.

Pace e bene.

Caterina, dalla Campania
10 agosto 2024
San Lorenzo Martire

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