XV Conferenza Internazionale Verbiest su “Fede e società in Cina e Occidente” in Leuven

Ferdinand Verbiest
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 28.08.2024 – Vik van Brantegem] – Dal 3 al 6 settembre 2024 si svolgerà la XV Conferenza Internazionale dell’Istituto Ferdinand Verbiest dell’Università Cattolica di Leuven per gli studi sino-mongoli. Il tema centrale e punto di partenza è costituito dal libro Fede e religione in una società secolarizzata (Halewijn 2021, 120 pagine [QUI]) dell’Arcivescovo metropolita di Mechelen-Brussel, Cardinale Jozef De Kesel, Presidente della Fondazione Verbiest Leuven. Ne hanno dato comunicazione Dott. Hugo Vanheeswijck, Presidente dell’Istituto Ferdinand Verbiest e Padre Jeroom Heyndrickx, CICM, Fondatore e Direttore della Fondazione Verbiest Leuven. L’apertura della conferenza avrà luogo martedì 3 settembre 2024 alle ore 10.00 nell’Aula Wolfspoort, Huis Bethlehem, Schapenstraat 34, Leuven, e la chiusura venerdì 6 settembre 2024 alle ore 14.00 nel Grande Auditorium del Maria-Theresia College, Sint-Michielsstraat 6, Leuven.

Nelle 14 conferenze internazionali precedenti sono stati trattati principalmente documenti sulla storia della Chiesa Cattolica in Cina. Come istituzione in dialogo con tutte le comunità cinesi, l’Istituto Ferdinand Verbiest ha deciso che d’ora in poi verranno trattati anche argomenti legati al tema Fede e società in Cina e Occidente.

Nella XV Conferenza Internazionale dell’Istituto Verbiest vengono trattati tre argomenti:

  • Secolarizzazione-Ostacoli e opportunità
  • Vaticano II-Ancora lavoro da fare
  • Opinione per il dialogo-Con la Cina e il mondo

Studiosi provenienti da vari Paesi si riuniscono in Leuven per discutere argomenti tratti dal libro del Cardinale Joseph De Kesel, Fede e religione in una società secolare. Le idee formulate in questa pubblicazione sono la base per un dialogo continuo tra Chiesa e società. Da un punto di vista sia pastorale che accademico, gli esperti provenienti dall’Est e dall’Ovest esprimeranno il loro punto di vista su questo tema impegnativo. Cercheranno di formulare una risposta alla domanda su come costruire una relazione tra Chiesa e società nel nostro tempo, vista dalla propria cultura specifica. Approfondiranno le resistenze e le possibilità di un dialogo continuo con tutti coloro che sono aperti a questo. Questa opzione di dialogo era, è e rimane il principio guida dell’Istituto Ferdinand Verbiest, che con questa Conferenza, dopo 40 anni di attività, si avvia verso il futuro.

Il panel di esperti includerà tra altri: Cardinale Joseph De Kesel, Arcivescovo Eric de Moulins-Beaufort, Vescovo Johannes Hendriks, Vescovo Guo Jincai, Padre Charles Phukuta, CICM, Padre Jeroom Heyndrickx, CICM, Dom Bernardus Peeters, OCSO, Prof. Don Tomas Halik.

Una panoramica dei relatori e dei loro argomenti:

Per accedere alle sessioni del 3, 4 e 5 settembre [QUI]
Per accedere alla sessione del 6 settembre [QUI]

Istituto Ferdinand Verbiest

L’Istituto Ferdinand Verbiest per gli studi sino-mongoli è un istituto con sede in Belgio sponsorizzato dalla Fondazione Ferdinand Verbiest Leuven, ospitato dall’Università Cattolica di Leuven e impegnato nel dialogo tra Europa e Cina. L’istituto prende il nome dall’astronomo gesuita fiammingo alla corte imperiale cinese, Ferdinand Verbiest (1623-1688). Fedele all’ispirazione del suo patrono, l’istituto unisce lo scambio accademico a un interesse attivo per la Chiesa di Cina. La ricerca storica sulla presenza fiamminga in Cina è stato il filo conduttore del programma di ricerca dell’istituto sin dalla fondazione nel 1982. Da allora il programma di ricerca include anche la Cina odierna. Attualmente, l’istituto sta rafforzando il suo ruolo di osservatorio sulla religione e la società nella Cina moderna. Il programma di ricerca dell’istituto è svolto dai suoi ricercatori e anche da ricercatori esterni per progetti specifici. Dall’inizio degli anni Ottanta l’istituto è stato coinvolto in varie forme di cooperazione con la Chiesa e le organizzazioni legate alla Chiesa in Cina.

Ferdinand Verbiest

A metà del XVII secolo, un gruppo di amici lascia le Fiandre attraverso una delle rotte marittime più pericolose dell’epoca, diretto al misterioso e chiuso impero cinese. Il gesuita fiammingo Ferdinand Verbiest viene nominato astronomo di corte e insegnante personale dell’imperatore cinese, dentro le mura della Città Proibita di Pechino. Deve spiegare il cielo all’Imperatore e rimane coinvolto negli intrighi di corte, mentre deve anche difendersi dagli attacchi di Roma. I suoi amici stanno facendo proselitismo altrove in Cina e si stanno immergendo nella lingua e nella cultura cinese. Saranno i primi Europei a introdurre in Europa i principi della medicina, della cultura e della filosofia cinese.

È la storia abbagliante ma dimenticata del primo vero incontro tra la Cina e l’Occidente, in cui i gesuiti dei Paesi Bassi ebbero un ruolo di primo piano. Cosa ha portato questo incontro, per l’Occidente ma anche per la Cina? In che modo le esperienze di Verbiest e dei suoi contemporanei sono rilevanti in un momento in cui la Cina sta rivendicando in modo sempre più deciso il suo posto nel mondo – ancora una volta?

Ferdinand Verbiest nacque a Pittem nelle Fiandre Occidentali 400 anni fa, il 9 ottobre 1623. Da diligente studente di scienze esatte come la geometria e l’astronomia, coltiva un sogno: unirsi ai gesuiti e diventare missionario in Sud America. Ma la sua destinazione alla fine diventa la misteriosa Cina. Dopo un eroico viaggio in nave di un anno e mezzo, arriva incolume a Macao, allora una stazione commerciale portoghese sulla costa cinese. Riesce quindi a convincere l’Imperatore cinese Kangxi delle sue conoscenze astronomiche. In questo modo può prevedere perfettamente dove cadrà l’ombra di una meridiana a una determinata ora. Diventa astronomo di corte e intimo dell’Imperatore cinese, il quale si rende conto di poter imparare dall’Europa nell’ambito della matematica, della fisica, dell’astronomia e della geografia.

Verbiest divenne tra l’altro Direttore dell’Osservatorio di Pechino, dove realizzò numerosi dispositivi ingegnosi: gli armillari (rappresentazioni tridimensionali del sistema solare), gli altazimutali (strumenti che possono misurare sia l’altezza che l’azimut delle stelle); un globo celeste.

Verbiest mostra un grande interesse sincero per il pensiero cinese, impara la lingua cinese e si forza a capire la storia e la cultura cinese. Ha anche un grande rispetto per le tradizioni cinesi come il culto degli antenati.

È doveroso rendere omaggio a questo straordinario matematico e astronomo gesuita, che divenne un simbolo di amicizia e scambio tra Cina ed Europa. Anche la Cina guarda ancora positivamente al periodo in cui Ferdinand Verbiest lavorò alla corte imperiale. Il Paese considera ancora questo primo incontro tra Oriente ed Occidente come un esempio di come dovrebbero procedere le relazioni tra Oriente ed Occidente, basate sull’interesse e sulla curiosità reciproci.

Chiesa e società
di Toon Osaer e Hugo Vanheeswijck [*]

Verbiest Koerier, giungo 2023
(Nostra traduzione italiana dal neerlandese)

“Chiesa e società” sarà il tema centrale della Conferenza Internazionale Verbiest del 2024. Sia dal punto di vista pastorale che accademico, accademici e persone pastoralmente impegnate provenienti da diversi Paesi e continenti saranno invitati a discutere i temi tratti dal libro del Cardinal De Kesel. In questo primo annuncio della nostra XV Conferenza Internazionale, introduciamo gli argomenti chiave su cui rifletteremo e discuteremo.

Secolarizzazione

Un primo tema riguarda la secolarizzazione. Si tratta di un concetto complesso che appare in vari luoghi del mondo in forme diverse, parallelamente a diversi contesti politici, culturali e religiosi. In quanto tale, questo fenomeno geograficamente e storicamente variabile dà origine a una colorata tavolozza di percezioni e interpretazioni, tra cui: una continua privatizzazione della religione; divieto di professione di fede nella sfera pubblica; desacralizzazione della religione; un processo di liberazione dalla fede e dai suoi dogmi vincolanti. La sfida per noi è riflettere profondamente su questo fenomeno di “secolarizzazione” per trovare un (nuovo) rapporto con questo processo. “In breve la questione è questa: la religione non ha più il significato evidente né il posto che aveva una volta. Da qui la domanda: qual è il significato e il posto della fede e della religione all’interno di una società moderna? Hanno ancora un posto o fede e modernità si escludono a vicenda? E se quest’ultimo non è il caso, cosa significa essere Chiesa e Cristiano in questa situazione mutata?” (Cardinale Jozef De Kesel, Fede e religione in una società secolare, Halewijn 2021, pagina 10).

Sotto il titolo “Secolarizzazione” durante la conferenza internazionale del 2024 si discuteranno i seguenti temi:

  • significato della secolarizzazione;
  • il Cristianesimo come elemento d’origine della secolarizzazione; senso secolare della vita – “spirito dei tempi”;
  • religione e fede – Cristianesimo culturale; la religione come argomento di dibattito sociale;
  • la Chiesa in crisi; in cinese, crisi si traduce con wei-ji (危机). Wei (危) significa pericolo o crisi. Ji (机) significa opportunità. Ogni crisi porta con sé pericoli, ma allo stesso tempo offre opportunità, anche di crescita. Come afferma il Cardinal De Kesel: “Bisogna stare attenti a non intendere la parola ‘crisi’ solo nel suo significato puramente negativo. È attraverso le crisi che la Chiesa cresce e impara a comprendere la sua missione” (Cardinale Jozef De Kesel, Fede e religione in una società secolare, Halewijn 2021, pagina 13).

Vaticano II

Scrive il Cardinal De Kesel: “Alcuni puntano il dito accusatore contro il Concilio Vaticano II. Sono i cambiamenti e le innovazioni di questo Concilio che avrebbero portato la Chiesa nell’incertezza e nella crisi. Se allora non fossero cambiate così tante cose, si pensa, tutto sarebbe rimasto uguale. Questo naturalmente significa mettere il carro davanti ai buoi (…) è il Concilio che ci ha aiutato e continua ad aiutarci a distinguere il posto della Chiesa all’interno di quella società e a determinarne il posto” (Cardinale Jozef De Kesel, Fede e religione in una società secolare, Halewijn 2021, pagine 14 e 15).

Un secondo tema del congresso è: “Il Concilio Vaticano II: c’è ancora del lavoro da fare!” I Padri conciliari hanno cercato di esprimere il rapporto della Chiesa con il mondo e l’umanità moderna: la prima frase della Costituzione Gaudium et Spes suona come un voto matrimoniale tra religione e mondo, tra Chiesa e società: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.

I sottotemi del “Vaticano II” saranno: analisi dei documenti del Concilio Vaticano II, compresa la Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo moderno Gaudium et Spes, riconsiderazione della missione e del rapporto della Chiesa con il mondo, la società e la cultura; liturgia e inculturazione; ecclesia semper reformanda: il carattere sinodale della Chiesa.

“Il processo di secolarizzazione non ha portato alla scomparsa del Cristianesimo, come alcuni si aspettavano, ma alla sua trasformazione. Alcuni elementi del messaggio evangelico che erano stati trascurati dalla Chiesa durante la sua associazione con il potere politico furono incorporati nell’umanesimo secolare. Il Concilio Vaticano II ha tentato di porre fine alle ‘guerre culturali’ tra Cattolicesimo e modernità secolare e di integrare proprio questi valori (ad esempio, l’accento sulla libertà di coscienza) nell’insegnamento ufficiale della Chiesa attraverso il dialogo. Oso credere che questo momento sia decisivo e che la svolta dal Cristianesimo alla sinodalità, che la trasformazione della Chiesa in una comunità dinamica di pellegrini, può incidere sul destino dell’intera famiglia umana. Il rinnovamento sinodale può e deve essere un invito, un incoraggiamento e un’ispirazione affinché tutti continuino insieme, crescano e maturino insieme” (Mons. Thomas Halik, Introduzione spirituale all’Assemblea sinodale europea, 11 febbraio 2023).

L’opzione della Chiesa per il dialogo – Ripensare missione e società

“La Chiesa deve entrare in dialogo con il mondo in cui vive. Ha qualcosa da dire, un messaggio da dare, una comunicazione da condividere” (Paolo VI, Ecclesiam suam, 6 agosto 1964, 5).

Un terzo tema consisterà in una “riflessione” sull’attualità della missione della Chiesa, sull’evangelizzazione e sulla possibilità di dialogo e di incontro: “La Chiesa non è lì per se stessa. Lei è lì per far conoscere l’amore di Dio. È il metodo migliore e il mezzo più adatto a questo scopo. In quanto sacramento è segno e strumento. Parla e agisce, prega e celebra la liturgia, è vicina alle persone bisognose, vive e simpatizza con le vicende di questo mondo, e si impegna per una società più giusta e umana. Non è un club privato che si riunisce da qualche parte in segreto. È pubblico e visibile. Tutti possono ascoltare e vedere ciò che viene detto e fatto. Non obbliga nessuno a fare nulla. Ma lei c’è” (Cardinale Jozef De Kesel, Fede e religione in una società secolare, Halewijn, 2021 pagina 94).

I sottotemi sono: incontro e dialogo; dialogo interreligioso e interculturale; inculturazione; la Chiesa come segno di salvezza per il mondo; evangelizzazione come sacramentum mundi versus cristianizzazione della società come conquista del mondo; testimoni contro il proselitismo; “sussurrare il Vangelo all’anima della società e di tutte le persone”.

[*] Toon Osaer è stato portavoce dell’Arcivescovo metropolita di Mechelen-Brussel, Cardinale Godfried Danneels; Redattore capo del settimanale delle diocesi cattoliche fiamminghe Kerk & Leven; Direttore della Televisione e Radiodiffusione Cattolica (KTRO); Direttore generale della casa editrice cristiana fiamminga Halewijn, di Kerk & Leven e del settimanale cristiano fiammingo Tertio.
Hugo Vanheeswijck è Presidente dell’Istituto Ferdinand Verbiest, Direttore scolastico in pensione, insegna filosofia culturale, pedagogia religiosa e catechetica in diversi seminari e istituti teologici nelle Fiandre e nei Paesi Bassi.

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