XXIX Domenica Tempo Ordinario. La meta del cristiano: essere grande nel Regno dei Cieli 

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Il brano del Vangelo ha due momenti: l’episodio dei due fratelli Giacomo e Giovanni; Gesù offre la dimensione vera del regno di Dio. Scrive Papa Francesco: siamo dinnanzi a due logiche diverse: gli Apostoli vivono secondo la logica mondana e vorrebbero solo emergere, si preoccupano chi dovrà occupare il primo posto o i posti più significativi; Cristo Gesù viceversa addita la logica divina che invita ad immergersi nella passione e morte dalla quale nasce la Nuova Alleanza per salvare l’uomo di tutti i tempi. 

Gesù evidenzia ai suoi discepoli che nel Regno di Dio regnare, comandare, occupare i primi posti significa ‘servire’. I Discepoli vedono duro il linguaggio del Maestro; si ribellano al pensiero della passione morte annunziata da Gesù e finiscono nella proposta avanzata dai due fratelli (Giacomo e Giovanni) di potere sedere accanto a Gesù l’uno a destra, l’altro a sinistra.: è la sete del primeggiare, la sete dell’interesse e dell’arrivismo proprio dell’uomo; è la logica mondana.

Vero è che Gesù amava definirsi ‘figlio dell’uomo’ ma questa parola nel linguaggio di Cristo acquista un significato diverso: secondo la logica terrena e la tradizione l’uomo è arrivista, autoritario, condottiero formidabile capace di debellare i nemici. Nella logica divina Gesù si definisce ‘Figlio dell’uomo’, perchè ama l’uomo, serve l’uomo, è pronto a dare la vita per salvare l’uomo. 

Gesù, vero Signore e Maestro, scegli di stare con i suoi discepoli  per insegnare ad anteporre la logica del servire alla logica del potere e del dominio; a porre al primo posto l’amore, il dare, offrire la propria vita piuttosto che mirare al propri tornaconto, all’utilità privata. Il Figlio dell’uomo è venuto per servire l’uomo e dare la sua vita in riscatto per tutti.

La Liturgia di questa domenica è quella che ci riporta proprio alla Liturgia pasquale; Gesù ne parla con chiaro simbolismo e chiede ai due discepoli; potete bere il calice che io bevo? ricevere il battesimo con il quale io sono battezzato? ed invita così i suoi a cambiare mentalità, accettare l’umiliazione e la sofferenza,  la purificazione del cuore,  rinascere ad una vita nuova e diversa.

Con il termine ‘Battesimo’ (dal greco = immersione) Gesù lascia intravedere le acque della sofferenza; Egli infatti sconfigge il mondo quando sale sulla Croce e crocifisso, morto e risorto, sconfigge la morte e dà vita alla sua Chiesa: il regno di Dio tra gli uomini. Lo stesso centurione romano ne dà conferma quando, vedendo morire Gesù al calvario, battendosi il petto, esclama: ‘Costui era veramente il Figlio di Dio’. 

Gesù non intende criticare il potere politico dove ognuno cerca di primeggiare sull’altro, ma vuole evidenziare che il modello politico non può essere preso a modello dai suoi discepoli  dove regnare è amare, amare è servire. Lo spirito del Vangelo, il servire esige ‘compassione’ sincera e partecipazione ai bisogni dell’uomo; in una parola: amore che = ti voglio bene;  voglio il tuo bene e non cerco la mia utilità.

Questo è Cristo Gesù, il Figlio di Dio su cui siamo chiamati a modellare la nostra identità di cristiani, il nostro ruolo nella Chiesa e nella società civile.  La storia è maestra della vita! In venti secoli di cristianesimo quanti  re, imperatori, uomini politici del presente e del passato si sono lievitati a questa scuola?; si sono immedesimati non con le parole ma con i fatti a seguire il messaggio di Cristo?

Quanti nella Chiesa Papi, Vescovi, Sacerdoti e Laici impegnati si sono adoperati a modellare il proprio comportamento al messaggio cristiano?. Il Vangelo ci invita oggi a riflettere, a meditare sul messaggio di Cristo Gesù: ‘Fra voi però non è così, chi vuole essere grande tra voi, si farà vostro servitore; chi vorrà essere il primo tra voi sarà il servo di tutti’.

L’ambizione di Giacomo e Giovanni, che cercano i primi posti, sollecita Gesù ad insegnare ai suoi discepoli quale è la vera grandezza: non dominare sugli altri ma servire i fratelli con amore  e rivolgersi al Signore con umiltà e accostarci a Dio  con piena fiducia come il bambino con i genitori e attendere con serenità di figli il compimento della sua volontà.

Vi ho dato l’esempio, dice Gesù, come ho fatto io, fate anche voi. Amare allora come ha amato Gesù; amare non per quello che gli uomini possono darti ma per quello che sono; l’amore, se è vero amore, è disinteressato.

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