Perché Papa Francesco ha bisogno di raccontare la sua storia?

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.10.2024 – Andrea Gagliarducci] – Una nuova autobiografia di Papa Francesco sarà pubblicata a gennaio nel prossimo Giubileo Ordinario 2025. Si intitola Spera, cioè un verbo al modo imperativo, e la sta pubblicando una grande casa editrice italiana. Il piano originale era di pubblicare il libro solo dopo la sua morte, ma Francesco è arrivato a credere che il suo messaggio dovesse essere condiviso con il mondo in un momento di particolare bisogno.

Così, per la terza volta in due anni, Papa Francesco sta pubblicando un libro che racconta la sua storia di vita. C’era Life, con il giornalista Fabio Marchese Ragona [1], che ha esaminato gli eventi della storia visti attraverso gli occhi del Papa. El Succesor, con il giornalista Javier Martinez Brocal [2], ha fatto luce sul rapporto tra Papa Francesco e Benedetto XVI. Questa convivenza è durata quasi dieci anni. E ora c’è Spera, che si presenta come un’autobiografia e ha richiesto sei anni di scrittura.

Papa Francesco vuole raccontare la sua storia, forgiare la narrazione, dare la sua versione dei fatti, e quindi dare forma e completezza al suo pontificato. Benedetto XVI aveva parlato di un Concilio Vaticano II raccontato dai media e del Concilio realmente accaduto. Possiamo dire che nel caso di Francesco c’è un pontificato dei media e un pontificato reale, con la differenza che Francesco vuole controllare e gestire il pontificato dei media.

L’annuncio dell’autobiografia è arrivato alla Fiera del libro di Francoforte, nel mezzo di un Sinodo che non sta ricevendo quasi l’attenzione di altri.

Papa Francesco ha rimosso le discussioni più controverse dal Sinodo, istituendo dieci gruppi di studio. Tuttavia, i problemi trovano un modo per emergere. Vengono inseriti nei discorsi. Uno dei partecipanti al Sinodo ha notato che molti degli interventi vanno fuori tema. Questo è un segno che alcuni vanno al Sinodo con un programma. Ma questo programma può continuare?

Questa Assemblea sinodale potrebbe avere un effetto devastante su Papa Francesco. Il dibattito sinodale dimostra che i Padri sinodali non si stanno muovendo verso una rivoluzione nella Chiesa. Ad esempio, i Padri sinodali vogliono ancora unità e centralità nella Chiesa universale e sono scettici nel dare alle conferenze episcopali competenze dottrinali.

Papa Francesco ha lasciato le porte aperte e le ha chiuse solo parzialmente con qualche battuta o decisione. Tutto nel pontificato rimane aperto e tutti possono dire di aver ricevuto incoraggiamento dal Papa. Ciò che pensa Papa Francesco è una questione di dibattito.

Questo non aiuta l’immagine del pontificato. Nella stagione sinodale, ci viene dato un Papa che decide da solo, che va oltre le prerogative del Sinodo stesso e che, alla fine, troverà un modo per introdurre nel dibattito gli argomenti a cui tiene di più. Il Cardinale Joseph Tobin, che non è certo uno di quelli che si potrebbe dire contrari a Papa Francesco, ha sottolineato che anche la decisione sul tema del Sinodo è stata presa solo dal Papa, che si era opposto ad altre proposte, come quella di un Sinodo sulle migrazioni e quella di un Sinodo sulla vita e il ministero del sacerdozio.

Il terzo libro in due anni aiuta, quindi, a forgiare una narrazione su Papa Francesco, su se stesso. Il libro distoglie l’attenzione dal presente e guarda al passato e alla storia di Papa Francesco. Soprattutto, è il tentativo di Francesco di fornire un autoritratto umano e forse di impiantare storie che rimarranno nella memoria collettiva.

Papa Francesco ha cercato di controllare la narrazione su se stesso sin dall’inizio del suo pontificato. Ha dato la sua versione dei fatti sul suo rapporto con Papa Benedetto XVI e ha così delineato la narrazione, che non gli era affatto favorevole dopo non aver nemmeno menzionato una volta il nome del Papa emerito al funerale, una celebrazione caratterizzata dal suo tono sommesso. Papa Francesco ha voluto poi esprimere il suo punto di vista sugli eventi mondiali, ripercorrendo la sua vita e sviscerando la memoria storica, dando l’immagine di un Papa immerso nel suo tempo.

Ora, sembra che voglia aggiungere un ulteriore tocco di umanità con un’opera autobiografica, studiata e elaborata per sei anni, che ha poca improvvisazione e molta strategia.

Riuscirà Papa Francesco a rimodellare la sua immagine? È troppo tardi?

Negli ultimi anni, il pontificato ha avuto diverse battute d’arresto, che hanno eroso la simpatia di cui ha goduto fin dall’inizio del suo pontificato. Il caso Rupnik è stato un punto di svolta, ma c’erano stati altri segnali di crisi nel pontificato. Sono passati molti anni, ormai, da quando un fedele seguace del Papa scrisse un articolo in cui sosteneva che la spinta propulsiva del pontificato non si era esaurita, anzi, alcune apparenze lo hanno osteggiato.

La strategia del Papa comprende non solo l’autobiografia, ma un fitto programma di apparizioni pubbliche. Il 5 novembre, ad esempio, inaugurerà l’Anno accademico della Pontificia Università Gregoriana. Fondata nel 1551 dallo stesso Sant’Ignazio di Loyola, la “Greg” è la più antica e prestigiosa università gesuita del mondo. Qualunque cosa Francesco porti con sé sarà il suo A-game [3].

Nel frattempo, Papa Francesco ha convocato un Concistoro per il 7 dicembre e la creazione di così tanti nuovi cardinali, ventuno, di cui venti saranno elettori, può essere giustamente letta come parte integrante degli sforzi per forgiare una sorta di unità nel collegio e nella Chiesa.

Pertanto, lo sforzo comunicativo di Papa Francesco, lungi dall’essere una svolta verso il passato, è in realtà uno sforzo per orientare il futuro, per preparare la fine del suo pontificato e per ciò che verrà dopo, per soddisfare l’esigenza di lasciare un’“eredità spirituale” ai posteri.

Da qui, la terza autobiografia in due anni del Papa. Per raccontare se stesso e stabilire un punto di non ritorno, riguardo al modo in cui viene raccontata la sua vita. Il tempo dirà, se questa mossa è solo populismo o qualcosa di più.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].

[1] Francesco. Life. La mia storia nella Storia (Hoper Collins 2024, 207 pagine [QUI]).

[2] Papa Francisco. El sucesor: Mis recuerdos de Benedicto (Editorial Planeta 2024, 240 pagine [QUI]).

[3] Parola gergale inglese, usato in riferimento alla massima prestazione che qualcuno è in grado di produrre secondo le proprie capacità.

Foto di copertina: Francesco. Spera. L’autobiografia
«Per volontà di Papa Francesco questo eccezionale documento avrebbe dovuto in un primo momento vedere la luce solo dopo la sua morte. Ma il nuovo Giubileo della Speranza e le esigenze del tempo lo hanno risolto a diffondere ora questa preziosa eredità.
Spera è la prima autobiografia mai pubblicata da un Papa nella storia. Un’autobiografia completa, la cui stesura ha impegnato gli ultimi sei anni, che procede dai primi del Novecento, con le radici italiane e l’avventurosa emigrazione in America Latina degli avi, per svilupparsi attraverso l’infanzia, gli entusiasmi e i turbamenti della giovinezza, la scelta vocazionale, la maturità, fino a coprire l’intero pontificato e il tempo presente.
Nel raccontare con intima forza narrativa le sue memorie (non tralasciando affatto le proprie passioni), Francesco affronta senza alcuna dissolvenza anche i nodi cruciali del pontificato e sviluppa con coraggio, schiettezza e profezia i più importanti e dibattuti temi della nostra contemporaneità: guerra e pace (compresi i conflitti in Ucraina e Medio Oriente), migrazioni, crisi ambientale, politica sociale, condizione femminile, sessualità, sviluppo tecnologico, futuro della Chiesa e delle religioni.
Ricco di rivelazioni, di aneddoti, di illuminanti riflessioni, un memoir emozionante e umanissimo, commovente e capace di umorismo, che rappresenta il “romanzo di una vita” e al tempo stesso un testamento morale e spirituale destinato ad affascinare i lettori di tutto il mondo e a incarnare il suo lascito di speranza per le generazioni future.
Il volume è arricchito da alcune straordinarie fotografie, anche private e inedite, provenienti dalla disponibilità personale di Papa Francesco» (Mondadori, 16 ottobre 2024
[QUI]).

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