Papa Francesco invita i vescovi a raccontare la speranza

Nei giorni scorsi papa Francesco ha inviato due messaggi ai vescovi latino americani, che hanno partecipato alla VI Conferenza internazionale ‘Per l’equilibrio nel mondo’, ed ai vescovi indiani in occasione dell’apertura della 36^ Assemblea plenaria della Conferenza dei vescovi cattolici, che si confrontano sul tema sinodale, ‘Aiutare le chiese locali a implementare i frutti del cammino sinodale’; infatti ai vescovi cubani ha sottolineato ancora una volta il valore del Giubileo, come anno di grazia:
“Come molti di voi probabilmente sapranno, il 2025 è un Anno Giubilare, un anno di grazia secondo l’antica tradizione del popolo d’Israele, che era presentato come un’opportunità per ristabilire la pace e la fratellanza sociale, attraverso il perdono e la riconciliazione. In modo significativo ho voluto dedicare questo Giubileo al tema della speranza, come appello a tutti gli uomini di buona volontà…
In questo modo, la speranza si rivela un valore molto appropriato per questo forum che si tiene all’Avana, perché, grazie alla sua aspirazione ad essere aperto, plurale e multidisciplinare, ha la capacità di indagare le ragioni che muovono il cuore dell’uomo”.
Nel messaggio il papa riafferma che la speranza cristiana si fonda sull’amore, come ha scritto nella Bolla giubilare: “La nostra ‘speranza nasce dall’amore ed è fondata sull’amore’. Un amore che ci chiama a costruire, sulle rovine che lasciamo in questo mondo con il nostro peccato, una nuova civiltà dell’amore, perché in mezzo al disastro che il male ha lasciato, tutti collaboriamo alla ricostruzione del bene e della bellezza”.
Quindi il richiamo alla speranza, che è una certezza nella costruzione della pace: “Questa certezza ci spinga a lavorare con determinazione affinché questa speranza ‘si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si ritrova sommerso nel dramma della guerra’, abbandonando la logica della violenza e assumendo una l’impegno al dialogo e l’opera della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di negoziazione volti a una pace duratura. Uno sforzo che non avrà successo se non riuscirà a far sì che ogni uomo, impedito ad aprirsi alla vita con entusiasmo, ‘a causa dei ritmi frenetici dell’esistenza, dei timori per il futuro, della mancanza di sicurezza lavorativa e di adeguate protezioni sociali, di modelli sociali la cui agenda è dettata dalla ricerca del profitto piuttosto che dalla cura delle relazioni’, può guardare al futuro con speranza”.
E’ una sfida ad intraprendere percorsi capaci di restituire fiducia, insieme alle istituzioni ed alla società civile: “Come credenti in Gesù Cristo, questa sfida ci invita a riconoscere in ogni uomo e in ogni donna l’immagine di Dio, chiamati ad essere fratelli e sorelle e a far parte della famiglia umana e della famiglia dei figli di Dio. Anche fuori dall’ambito della fede, questa affermazione mantiene intatta la sua forza, perché tutti siamo chiamati a vivere nella gratuità fraterna e tutto ciò che facciamo per gli altri ci riguarda come singoli e come società”.
In questo modo la speranza può essere condivisa: “Impariamo questa lezione dall’amore, costruendo la speranza in quell’equilibrio che cerca di garantire a tutti ciò di cui hanno bisogno, insegnandoci a condividere con i poveri e ad aprirci con generosa accoglienza agli altri, così da sapere contribuire con ciò che siamo e abbiamo per il bene comune. Che questi auspici vi aiutino nel lavoro che intraprendete per promuovere una società più giusta e fraterna”.
Anche nel messaggio ai vescovi indiani papa Francesco ha riflettuto sul Giubileo e le sfide della vita cristiana nel Paese: “Prego affinché le vostre decisioni possano aiutare le Chiese locali a discernere come meglio implementare i frutti del cammino sinodale e ispirare molti altri fedeli nella loro vocazione a essere discepoli missionari”. La Chiesa in India “continuerà a essere un segno di speranza per l’intera nazione, cercando sempre di spalancare le sue porte per accogliere i poveri e i più vulnerabili, affinché tutti possano avere la speranza di un futuro migliore”.