Prof.ssa Geraldine Boni: i cardinali sono chiamati a decidere l’entrata del Cardinal Becciu in Conclave

Cardinale Angelo Becciu
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 22.04.2025 – Andrea Gagliarducci] – C’è una domanda che aleggia sul Conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco: il Cardinale Angelo Becciu potrà partecipare al Conclave? Il 24 settembre 2020, infatti, la Sala Stampa della Santa Sede comunicava che «il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu». Becciu ha comunque continuato a mantenere il titolo di cardinale. Ha perso ogni incarico in Curia, ma poi Papa Francesco lo ha invitato a partecipare a celebrazioni e Concistori dal 2022. Come, dunque, interpretare la situazione?

Tutto ruota intorno all’interpretazione delle azioni del Papa. Perché il numero 36 della Universi Dominici Gregis, la Costituzione apostolica di Giovanni Paolo II che definisce le regole del Conclave, sottolinea che «i cardinali canonicamente deposti o che abbiano rinunciato, col consenso del Romano Pontefice, alla dignità cardinalizia» non hanno diritto di votare in conclave, e stabilisce che «in periodo di Sede Vacante, il Collegio dei Cardinali non può riammettere o riabilitare costoro».

Geraldina Boni, ordinario di Diritto Ecclesiastico e Canonico all’Università di Bologna, spiega che ci troviamo di fronte a un atto di rinuncia che, pure «per esplicita ammissione di Becciu, non è mai stato steso e cristallizzato per iscritto, così come l’accettazione del Papa non è stata notificata documentalmente».

Oltre al fatto che l’unica attestazione della rinuncia viene da una comunicazione asciutta e laconica della Sala Stampa della Santa Sede (oltre che un poco imprecisa), ci si trova di fronte a una rinuncia che «non è stata spontanea ma richiesta e comandata verbalmente da Francesco».

La mancata consegna

Si sarebbe dovuto consegnare per iscritto l’atto di rinuncia, perché sebbene il Papa possa intervenire con autorità suprema, c’era bisogno di fissare con sicurezza le situazioni giuridiche, considerando poi che Papa Francesco non ha avuto comportamenti univoci. Papa Francesco aveva fatto al cardinale questa richiesta sulla base di una serie di articoli di stampa, in cui si parlava di presunte operazioni economiche che il cardinale avrebbe posto in essere a danno della Chiesa. C’è stato poi un processo, che ha coinvolto Becciu, condannato in primo grado ed ora in fase di appello.

Boni presume che «nel 2020 Papa Francesco, irritato e allarmato per il comportamento presuntamente scorretto del cardinale, intendesse interdirgli con decorrenza immediata l’esercizio di ogni funzione cardinalizia, in attesa degli accertamenti e della comprobazione delle imputazioni addossate» ma lasciando aperta la possibilità di una revoca della “sanzione”.

La disposizione

Giovanni Paolo II ha confermato la disposizione per cui nessun cardinale elettore può essere escluso dall’elezione sia attiva sia passiva per nessun motivo o pretesto. La norma intende – spiega Boni – «evitare risolutamente che si presentino occasioni di scisma e discordie in un momento così delicato nella vita della Chiesa, vulnerabile perché priva del suo capo». E, dunque, «sicuramente la pena temporale inflitta a Becciu dalla sentenza di primo grado non può in alcun modo essere invocata per impedirgli di entrare in Conclave».

A maggior ragione se si considera che «la condanna di Becciu potrebbe cadere in sede di appello, dimostrando l’inconsistenza di tutte le accuse che gli sono state addebitate; e, in tal caso, risalterebbe patente come egli sarebbe stato vittima di un grave abuso al quale andrebbe immediatamente posto rimedio per restaurare la giustizia violata».

Tuttavia, se emergono dubbi o incertezze sulle interpretazioni della norma, come afferma la stessa Costituzione apostolica, sono i cardinali ad essere chiamati a decidere. E sarà una delle prime questioni che si troveranno sul tavolo dei porporati una volta che, alle Congregazioni generali, affronteranno il tema dell’ammissione del cardinale.

Questa intervista è stata pubblicato oggi su Il Messaggero [QUI]

Indice – Caso 60SA [QUI]

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