Papa Francesco prega la Madre di Dio per il giubileo

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“Vergine Immacolata, Madre, Madre Immacolata, oggi è la tua festa e noi ci stringiamo intorno a te. I fiori che ti offriamo vogliono esprimere il nostro amore e la nostra gratitudine; ma tu vedi e gradisci soprattutto quei fiori nascosti che sono le preghiere, i sospiri, anche le lacrime, specialmente le lacrime dei piccoli e dei poveri. Guardali, Madre, guardali”: così è iniziata la preghiera di papa Francesco a Maria Immacolata, oggi pomeriggio, nell’omaggio in piazza Mignanelli, alla statua della Vergine posta su una colonna.

Nell’atto di venerazione il papa Le ha domandato di non dimenticare i ‘cantieri dell’anima’ in vista dell’imminente giubileo: “Madre nostra, Roma si prepara a un nuovo Giubileo, che sarà un messaggio di speranza per l’umanità provata dalle crisi e dalle guerre. Per questo in città dappertutto ci sono cantieri: questo (tu lo sai) provoca non pochi disagi, eppure è segno che Roma è viva, che Roma si rinnova, che Roma cerca di adattarsi alle esigenze, per essere più accogliente e più funzionale”.

Per questo ha chiesto che il giubileo sia anche ‘interiore’: “Ma il tuo sguardo di Madre vede oltre. E mi sembra di sentire la tua voce che con saggezza ci dice: ‘Figli miei, vanno bene questi lavori, ma state attenti: non dimenticate i cantieri dell’anima! Il vero Giubileo è dentro: dentro, dentro i vostri cuori – tu dici -, dentro le relazioni famigliari e sociali. ‘E’ dentro che bisogna lavorare per preparare la strada al Signore che viene’. Ed è una buona opportunità per fare una buona Confessione e chiedere il perdono di tutti i peccati. Dio perdona tutto, Dio perdona sempre, sempre”.

Per questo il giubileo deve essere un tempo di liberazione ‘sociale’: “Madre Immacolata, ti ringraziamo! Questa tua raccomandazione ci fa bene, ne abbiamo tanto bisogno, perché, senza volerlo, rischiamo di essere presi totalmente dall’organizzazione, dalle cose da fare, ed allora la grazia dell’Anno Santo, che è tempo di rinascita spirituale,che è tempo di perdono e di liberazione sociale, questa grazia giubilare può non venire bene, essere un po’ soffocata”.

Ed ha pregato la Madre di Dio per la Sua presenza: “Sicuramente, Maria, tu fosti presente nella sinagoga di Nazaret, quel giorno in cui Gesù per la prima volta predicò alla gente del suo paese… E Tu, Madre, Tu eri lì, in mezzo alla gente stupita. Eri fiera di Lui, del Figlio tuo, e nello stesso tempo presagivi il dramma della chiusura e dell’invidia, che genera violenza. Questo dramma tu l’hai attraversato e sempre lo attraversi, col tuo cuore immacolato ricolmo dell’amore del Cuore di Gesù. Madre, liberaci dall’invidia: che siamo fratelli tutti, che ci vogliamo bene. Niente invidia. L’invidia, quel vizio giallo, brutto, che rovina da dentro”.

Ha concluso la preghiera con l’invito ai fedeli di ascoltare Gesù: “Ed anche oggi, Madre, ci ripeti: ‘Ascoltate Gesù, ascoltate Lui! Ascoltatelo, e fate quello che vi dice’ (cfr Gv 2,5). Grazie, Madre Santa! Grazie perché ancora, in questo tempo povero di speranza, ci doni Gesù, nostra Speranza. Grazie Madre”.

Mentre prima della recita dell’Angelus papa Francesco ha ‘immortalato’ il momento della risposta della Madre di Dio: “Oggi, nella solennità dell’Immacolata Concezione, il Vangelo ci racconta uno dei momenti più importanti, più belli, nella storia dell’umanità: l’Annunciazione, quando il ‘sì’ di Maria all’Arcangelo Gabriele permise l’Incarnazione del Figlio di Dio, Gesù.

E’ una scena che suscita la più grande meraviglia e commozione perché Dio, l’Altissimo, l’Onnipotente, per mezzo dell’Angelo dialoga con una giovane di Nazaret, chiedendone la collaborazione per il suo progetto di salvezza. Se oggi troverete un po’ di tempo, cercate nel Vangelo di san Luca e leggete questa scena. Vi assicuro che vi farà bene, molto bene!”

E’ una scena come quella di Michelangelo nella ‘Cappella Sistina’: “Come nella scena della creazione di Adamo dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina, dove il dito del Padre celeste sfiora quello dell’uomo; così anche qui, l’umano e il divino si incontrano, all’inizio della nostra Redenzione, si incontrano con una delicatezza meravigliosa, nell’istante benedetto in cui la Vergine Maria pronuncia il suo ‘sì’. Lei è una donna di un piccolo paese periferico e viene chiamata per sempre al centro della storia: dalla sua risposta dipendono le sorti dell’umanità, che può tornare a sorridere e a sperare, perché il suo destino è stato posto in buone mani. Sarà Lei a portare il Salvatore, concepito dallo Spirito Santo”.

Infine il papa ha posto alcuni interrogativi: “Fratelli e sorelle, contemplando questo mistero possiamo chiederci: nel nostro tempo, agitato da guerre e concentrato nello sforzo di possedere e dominare, io dove ripongo la mia speranza? Nella forza, nel denaro, negli amici potenti? Ripongo lì la mia speranza? Oppure nella misericordia infinita di Dio? E di fronte ai tanti falsi modelli luccicanti che circolano nei media e in internet, dove cerco io la mia felicità?

Dov’è il tesoro del mio cuore? Sta nel fatto che Dio mi ama gratuitamente, che il suo amore sempre mi precede, ed è pronto a perdonarmi quando ritorno pentito a Lui? In quella speranza filiale nell’amore di Dio? Oppure mi illudo nel cercare di affermare a tutti i costi il mio io e la mia volontà?”

Mentre al termine dell’Angelus ha ricordato che oggi i soci dell’Azione Cattolica Italiana rinnovano la propria adesione, esprimendo anche solidarietà ai lavoratori: “Oggi, nelle parrocchie italiane si rinnova l’adesione all’Azione Cattolica. Auguro a tutti i soci un buon cammino di formazione, di servizio e di impegno apostolico.

Benedico di cuore i fedeli di Rocca di Papa e la fiaccola con cui accenderanno la grande stella sulla Fortezza della loro bella cittadina, in onore di Maria Immacolata. E sono vicino ai lavoratori di Siena, Fabriano e Ascoli Piceno che difendono in modo solidale il diritto al lavoro, che è un diritto alla dignità! Che non sia loro tolto il lavoro per motivi economici o finanziari”.

(Foto: Santa Sede)

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