‘Tutto procede come imprevisto’: senza imporre nulla, spianiamo la strada alla vita

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Nel 2020, l’anno che tutti ricordiamo per il covid, usciva uno dei libri in cui ho messo più passione: ‘Tutto procede come imprevisto. Il tunnel diventato ponte grazie a Gianna Beretta Molla’ (Mimep Docete): mentre lo scrivevo, nel 2019, non avevo idea che di lì a poco la realtà dell’aborto (tema principale del libro) mi avrebbe riguardato molto da vicino.

Dal 2020 al 2023, infatti, ho vissuto tre aborti spontanei, che, oltre a generarmi grande dolore, mi hanno portato ad amare ancora di più la vita: ho capito quanto fragile e preziosa sia. E, mentre soffrivo nel lasciare andare il terzo figlio (con un parto indotto, con cui lo avrei dato alla luce morto), mi sono detta: nessuna donna deve essere costretta a vivere questo. Nessuna donna deve pensare di non avere alternativa a questo. 

Da quel momento, il romanzo, dedicato alla santa mamma Gianna Beretta Molla ha assunto ancora più valore ai miei occhi. Quando tutto in te dice ‘vita’, e poi la vita si spegne, quando da casa accogliente il tuo utero si trasforma in una tomba, qualcosa si rompe, nell’anima: e questa ferita, mi sono detta, devo fare di tutto per evitarla ad altre donne.

A volte, come società, invece di spianare la strada la vita mettiamo ostacoli, muri, barricate. È quello che succede alla mia protagonista, Gaia, che, come si vede nei primi capitoli del romanzo, scoprendosi inaspettatamente incinta, viene ricattata dai genitori, abbandonata dal padre del bambino, ignorata dalle amiche di sempre (d’altronde, è solo una scelta sua, quindi anche un problema esclusivamente suo… e poi ‘quanti problemi ti fai per un grumo di cellule! Pensa a te stessa, al tuo futuro’).

Gaia ha 21 anni e tutto intorno a lei grida ‘aborto’. Coscienziosa e diligente, studentessa di medicina, pro-life sulla base della biologia (non della religione) ha due obiettivi: diventare una brava dottoressa e formare una famiglia. Quella gravidanza, arrivata in quel momento e con quell’uomo, sembra rovinare tutto.

Gaia non vuole abortire, ma al tempo stesso vuole che quella gravidanza non sia mai iniziata: è così combattuta da avere attacchi di panico… da piangere giorno e notte. Finché non compare qualcuno nella sua vita che, senza imporre nulla, tende una mano. Scopre una possibilità, è l’inizio della rinascita. Gaia potrà vedere in modo nuovo la sua situazione.

Figura centrale del libro è, come si diceva all’inizio, Santa Gianna Beretta Molla (la prima santa mamma dei tempi moderni, canonizzata nel 2004), la quale, per non interrompere la vita della sua quarta bambina (oggi una splendida persona, che si chiama Gianna Emanuela Molla), ha scelto di non curare un fibroma all’utero, morendo di parto.

Gianna, sposata con l’ingegnere Pietro Molla, era medica, aveva una vita piena e appagante, aveva già altri tre figli. Sapeva che avrebbe potuto lasciare orfani i suoi bambini, ma diceva anche che non poteva non prendersi cura della figlia che aveva in grembo, la quale poteva contare solo su di lei per sopravvivere.

Negli ultimi giorni della gravidanza, si mostra pronta a dare la vita, tanto da affermare: “Se dovete decidere fra me e il bimbo (non sapeva il sesso ndr), nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo – il bimbo. Salvate lui”. Il mattino del 21 aprile 1962, nasce in ospedale Gianna Emanuela, ma il 28 aprile, nonostante l’impegno dei medici per salvare entrambe, Gianna muore.

Pietro, straziato dalla perdita, ma fiducioso della bontà di Dio, non ha mai smesso di credere. Ha assunto su di sé tutto il carico della famiglia, sapendo che la moglie c’era ancora, in modo nuovo.

Ha vissuto ben 50 anni da vedovo, ma non ha mai dimenticato gli anni con la sua amata, definendoli i più belli della vita. Diceva che la moglie lo aveva introdotto ad una ‘vita nuova’.

La storia di Gianna Beretta Molla mi ha toccata moltissimo fin da giovanissima, me ne parlava mia madre, ora in Cielo anche lei. La considerava un esempio. Poco dopo la morte di mia madre iniziai a scrivere ‘Tutto procede come imprevisto. Il tunnel diventato ponte grazie a Gianna Beretta Molla’ (Mimep Docete, 2020) e lo dedicai a mamma.

Un libro con cui volevo dare speranza e dire che con amore possiamo (dobbiamo!) interessarci alla vita degli altri, perché il male più grande della nostra società è l’indifferenza. Gianna è un segno di altruismo e di benevolenza, di fede e di speranza. Ci insegna a fare tutto in funzione di una vita che non finirà in eterno. Per maggiori informazioni sul libro: Tutto procede come imprevisto | Casa Editrice Mimep Docete

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