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Mons. Bettazzi è stato un testimone della Chiesa in cammino

Domenica scorsa il vescovo emerito di Ivrea, mons. Luigi Bettazzi è morto all’età di 99 anni, in quanto era nato a Treviso il 26 novembre 1923. Il vescovo di Ivrea, mons. Edoardo Cerrato, aveva invitato nelle ore precedenti alla morte alla preghiera: “Accompagniamo monsignor Bettazzi che si sta avviando lucidamente al tramonto terreno. La nostra preghiera lo sostenga”.

Dom Fornaciari è vescovo di Tempio-Ampurias

Nei giorni scorsi papa Francesco ha accettato la rinuncia di mons. Sebastiano Sanguinetti da vescovo di Tempio-Ampurias, in Sardegna, per raggiunti limiti di età ed ha chiamato a succedergli dom Roberto Fornaciari, priore del Monastero di Camaldoli, che è nato il 23 dicembre 1963 a Reggio Emilia.

Papa Francesco: i santi nascono dalla vita della Chiesa

Oltre 1000 pellegrini provenienti da Sotto il Monte e da Concesio sono stati ricevuti in udienza da papa Francesco per ricordare il 60° anniversario della morte di san Giovanni XXIII ed i 60 anni dall’elezione a papa, di san Paolo VI (21 giugno):

“E’ bello incontrare voi, che rappresentate le comunità di origine di due Papi santi, ai quali il Popolo di Dio è tanto affezionato: Giovanni XXIII e Paolo VI. Ed è significativo che questo avvenga in occasione di tre ricorrenze importanti per tutta la Chiesa: il 60° anniversario della Lettera Enciclica ‘Pacem in terris’, della nascita al cielo di papa Giovanni e dell’elezione di papa Montini”.

Papa Francesco ha reso grazie a Dio per aver donato alla Chiesa questi due papi santi: “Siamo qui insieme, dunque, a rendere grazie al Signore perché dalle vostre comunità ha scelto due Santi Pastori che hanno saputo guidare la Chiesa in tempi di grandi entusiasmi e però altrettanto di grandi domande e sfide.

Hanno vissuto come protagonisti l’ondata di nuova vitalità che ha accompagnato il Concilio Vaticano II e hanno dovuto affrontare gravi pericoli come il terrorismo e la ‘guerra fredda’.

E di fronte a tutto questo la storia ci testimonia che sono stati ‘pastori secondo il cuore di Dio’, che hanno saputo cercare la pecora perduta, ricondurre la smarrita, fasciare la ferita, rafforzare quella malata, prendersi cura della grassa e della forte, pascere con giustizia e misericordia”.

E’ un rendimento di grazie per aver tracciato un cammino: “Rendiamo grazie al Signore prima di tutto per averceli donati. Per averli donati alle vostre comunità come figli e fratelli, cresciuti tra le vostre strade, dove hanno lasciato le tracce del loro cammino di santità, al punto che ancora oggi i luoghi della loro presenza sono meta di pellegrinaggio per tanti uomini e donne che vi si recano dall’Italia e dall’estero. Essi trovano da voi conforto e sostegno, e al tempo stesso rendono la vostra terra più viva e ricca nella fede”.

Ma i santi non si costruiscono in laboratorio: “Essi hanno potuto essere grandi Pastori, infatti, prima di tutto perché sulla loro strada hanno incontrato buoni compagni di cammino, testimoni del Vangelo che li hanno aiutati a crescere nella fede, fino ad accendere in loro la luce della chiamata. Prima di tutto le loro famiglie, diverse per estrazione e contesto, ma accomunate dalla stessa solida pietà cristiana, vissuta da una parte nel duro lavoro dei campi e dall’altra nel serio impegno culturale e sociale.

Fratelli e sorelle, vi dico una cosa: Dio non fa i santi in laboratorio, no, li costruisce in grandi cantieri, in cui il lavoro di tutti, sotto la guida dello Spirito Santo, contribuisce a scavare profondo, a porre solide fondamenta e a realizzare la costruzione, ponendo ogni cura perché cresca ordinata e perfetta, con Cristo come pietra angolare. Questa è l’aria che hanno respirato fin da piccoli Angelo e Giovanni Battista a Sotto il Monte e a Concesio, con tutto il bene che ne è derivato: quello che hanno donato e ricevuto!”

E’ un invito a fare tesoro delle proprie radici: “Voglio ripeterlo: fate sempre tesoro delle vostre radici, non tanto per trasformarle in un blasone o in un baluardo da difendere, quanto piuttosto come di una ricchezza da condividere.

La terra si lavora insieme, si lavora per tutti e si lavora in pace; con la guerra, l’egoismo e la divisione si riesce solo a devastarla, come purtroppo stiamo vedendo in tante parti del mondo e in modi diversi. Amare le vostre radici sia dunque per voi amare il Vangelo di Gesù e amare come Gesù ha amato nel Vangelo!

Questo vi insegna la vostra storia di terra e di Chiesa. E dalle vostre radici viene la linfa per andare avanti, per crescere, e anche per dare una storia e un senso della vita ai vostri figli e ai vostri nipoti. Amate le vostre radici, non staccate l’albero dalle radici: non darà frutto. Cercate di progredire sempre in armonia con le vostre radici, in sintonia con le vostre radici”.

Non a caso Bergamo e Brescia sono state scelte per essere ‘Capitale italiana della Cultura’ per questo anno: “E’ un segno in più che ci porta nella stessa direzione. La vera cultura si fa infatti uniti, nel dialogo e nella ricerca comune e, come ci ha insegnato san Paolo VI, mira a condurre ‘attraverso l’aiuto vicendevole, l’approfondimento del sapere, l’allargamento del cuore, a una vita più fraterna in una comunità umana veramente universale’.

La cultura è amante della verità e del bene, per l’uomo, per la società e per il creato. Possiate continuare a coltivarla, prima di tutto nelle vostre case e nelle vostre parrocchie, per portare avanti la missione che ci hanno affidato i due santi Papi a cui avete dato i natali”.

(Foto: Santa Sede)

Giuseppe Lazzati: il compito del laico è costruire la città dell’uomo

Sabato 13 marzo la Fondazione ‘Giuseppe Lazzati’, l’Azione Cattolica Ambrosiana, l’Istituto Secolare ‘Cristo Re’ e l’Associazione ‘La Città dell’uomo Aps’ hanno fatto un incontro di preghiera e di riflessione nel XXXVII anniversario della morte del venerabileien. Giuseppe Lazzati. Con una celebrazione eucaristica, presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei santi, seguita da una sua relazione sul tema ‘Testimonianza sulla figura di Giuseppe Lazzati e sul suo contributo alla teologia del laicato’:

Benedetto XVI raccontato dal suo biografo teologico Elio Guerriero

La morte di papa Benedetto XVI è stata accompagnata dalla pubblicazione di una serie di volumi nei quali, in modi diversi, si avverte l’eco delle tensioni presenti nella Chiesa in Germania. Tra queste pubblicazioni si distingue il volume dello stesso papa Benedetto XVI, ‘Che cos’è il cristianesimo’, il cui filo conduttore è un accorato appello a desistere da atteggiamenti che possono recare danno all’unità della Chiesa e favorire il distacco dalla comunione cattolica.

‘Pacem in Terris’:diritti e doveri costruiscono la pace

Quando Papa Giovanni XXIII , il pontefice del Concilio Vaticano II che ha cambiato la Chiesa cattolica, presentò la ‘Pacem in Terris’, la sua ultima e più nota enciclica, era malato. Da lì a poco, sarebbe morto, e lo sapeva. Ma l’emozione per quel documento, a suo modo rivoluzionario, traspariva dalle sue parole. Era l’11 aprile 1963:

P. Nardelli racconta la Chiesa missionaria di papa Francesco

Era la sera del 13 marzo 2013 ed il card. Jorge Mario Bergoglio era eletto vescovo di Roma assumendo il nome di Francesco. Nei giorni successivi all’elezione, il pontefice affermava: ‘E’ venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. E’ per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato’. Fin dall’inizio del suo ministero san Francesco è stato per il papa fonte di ispirazione, dall’enciclica ‘Laudato sì’ all’enciclica ‘Fratelli tutti’.

Papa Francesco invita ad avere passione per l’evangelizzazione

Nell’udienza generale odierna papa Francesco ha continuato il ciclo di catechesi ‘La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente’, incentrando la sua meditazione sul Concilio Vaticano II ‘Il Concilio Vaticano II. 2. Essere apostoli in una Chiesa apostolica’, sul significato dell’apostolato:

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