Tag Archives: Medicina
Trasmettere la vita è speranza per il mondo. A colloquio con Marina Casini

“Come nutrire speranza dinanzi ai tanti bambini che perdono la vita nei teatri di guerra, a quelli che muoiono nei tragitti delle migrazioni per mare o per terra, a quanti sono vittime delle malattie o della fame nei Paesi più poveri della terra, a quelli cui è impedito di nascere? Questa grande ‘strage degli innocenti’, che non può trovare alcuna giustificazione razionale o etica, non solo lascia uno strascico infinito di dolore e di odio, ma induce molti (soprattutto i giovani) a guardare al futuro con preoccupazione, fino a pensare che non valga la pena impegnarsi per rendere il mondo migliore e sia meglio evitare di mettere al mondo dei figli”.
Dall’inizio del messaggio dei vescovi italiani per la 47^ Giornata Nazionale per la Vita, che si celebra domenica 2 febbraio sul tema ‘Trasmettere la vita, speranza per il mondo: Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita’, tratto dal libro della Sapienza, prendiamo spunto per un colloquio con la presidente del Movimento per la Vita, prof.ssa Marina Casini, docente di ‘Bioetica e Biodiritto’ presso la sezione di Bioetica e Medical Humanities dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – sede di Roma: perché la vita è segno di speranza?
“Non potrebbe essere diversamente! Lo dicono bene i vescovi nel messaggio per la 47^ giornata per la vita: ‘abbandonare uno sguardo di speranza, capace di sostenere la difesa della vita e la tutela dei deboli, cedendo a logiche ispirate all’utilità immediata, alla difesa di interessi di parte o all’imposizione della legge del più forte, conduce inevitabilmente a uno scenario di morte’. Il legame tra la vita umana e la speranza è profondo, forte e inscindibile. Una delle frasi che hanno segnato la storia del Movimento per la Vita, e che ancora oggi ci accompagna, è ‘per ritrovare speranza bisogna avere il coraggio di dire la verità: la vita di ogni uomo è sacra’.
E’ la frase che scrissero i vescovi italiani all’indomani dell’approvazione della legge 194 sull’aborto. Che vita e speranza sono collegati risulta anche dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la quale nel preambolo pone a fondamento della libertà, della giustizia e della pace il riconoscimento della dignità (inerente e uguale) di ogni essere umano. In altri termini: se vogliamo la pace, la giustizia e la libertà dobbiamo riconoscere il valore (dignità) di ogni vita umana. La speranza di un futuro migliore è legata al rispetto della vita”.
Quindi i figli sono speranza per il futuro?
“Infatti, sempre nel messaggio dei vescovi italiani per la Giornata per la vita di quest’anno c’è scritto che ‘tutti condividiamo la gioia serena che i bambini infondono nel cuore e il senso di ottimismo dinanzi all’energia delle nuove generazioni. Ogni nuova vita è speranza fatta carne’. I figli sono veramente frecce di speranza lanciate nel futuro. Mio padre (Carlo Casini, ndr.) diceva che ‘Ogni figlio è l’istintiva speranza che il bene alla fine supererà il male, che il futuro potrà essere migliore del passato’ e che ‘per difendere la vita bisogna essere testimoni della speranza e che perciò, il volto rattristato, le visioni cupe, il dito accusatore non hanno base. Siamo ammiratori del miracolo, testimoni dello stupore, seminatori certi della vittoria finale. Progettiamo la ricomposizione, non la divisione’. Segno di speranza è l’intero popolo della vita, sono i bambini nati con il sostegno dei CAV nel 2023 (5.940); le gestanti aiutate (8.234); donne assistite (14.216), la serenità e il sorriso di una mamma che fidandosi dice ‘sì’ alla vita del figlio che culla in grembo.
Ovviamente tutto questo non significa affatto che si debbano fare figli a tutti i costi, perché i figli non sono oggetti da pretendere, ma persone da accogliere sin dal concepimento. A riguardo, nel messaggio dei vescovi c’è un passaggio importante: ‘Va infine considerato un altro fenomeno sempre più frequente, quello del desiderio di diventare genitori a qualsiasi costo, che interessa coppie o single, cui le tecniche di riproduzione assistita offrono la possibilità di superare qualsiasi limitazione biologica, per ottenere comunque un figlio, al di là di ogni valutazione morale.
Osserviamo innanzitutto che il desiderio di trasmettere la vita rimane misteriosamente presente nel cuore degli uomini e delle donne di oggi. Le persone che avvertono la mancanza di figli vanno accompagnate a una generatività e a una genitorialità non limitate alla procreazione, ma capaci di esprimersi nel prendersi cura degli altri e nell’accogliere soprattutto i piccoli che vengono rifiutati, sono orfani o migranti non accompagnati’”.
Per quale motivo si è rinunciato di generare?
“La risposta richiederebbe un esame di cause che sono complesse. C’è infatti un concorso di fattori che si intrecciano e che hanno a che fare con situazioni personali e sociali insieme. Si parla di industrializzazione e società dei consumi, di rinvio di matrimonio e figli, di precedenza all’affermazione professionale, di problemi a livello occupazionale e abitativo, di crisi economica. Ma tra tutte le cause a cui va posto rimedio c’è sicuramente quella più profonda: la mancanza di speranza, di fiducia nel futuro, di scommettere in un noi che spezza le catene di un individualismo che fa ripiegare su se stessi.
Papa Francesco ha detto: ‘La sfida della natalità è questione di speranza. Ma attenzione, la speranza non è, come spesso si pensa, ottimismo, non è un vago sentimento positivo sull’avvenire… No, la speranza è un’altra cosa. Non è un’illusione o un’emozione che tu senti, no; è una virtù concreta, un atteggiamento di vita. E ha a che fare con scelte concrete. La speranza si nutre dell’impegno per il bene da parte di ciascuno, cresce quando ci sentiamo partecipi e coinvolti nel dare senso alla vita nostra e degli altri.
Alimentare la speranza è dunque un’azione sociale, intellettuale, artistica, politica nel senso più alto della parola; è mettere le proprie capacità e risorse al servizio del bene comune, è seminare futuro. La speranza genera cambiamento e migliora l’avvenire’; ‘Quando non c’è generatività viene la tristezza. E’ un malessere brutto, grigio’; ‘La nascita dei figli, infatti, è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c’è poca speranza’. Dovremmo riflettere su queste parole”.
‘Il riconoscimento del ‘diritto all’aborto’ è davvero indice di civiltà ed espressione di libertà?’, domandano i vescovi: perché nel messaggio dei vescovi è sottolineato che l’aborto non è un diritto?
“Perché è una semplice ed elementare verità. Può essere considerato un ‘diritto’ l’uccisione di un essere umano realizzata, per giunta, con il sostegno dello Stato, delle strutture pubbliche, con l’alleanza della medicina e il consenso sociale? Il diritto dovrebbe essere il forte difensore dei deboli, non l’oppressore dei deboli; il diritto esiste perché esistono le relazioni tra gli uomini (‘ubi societas ibi ius, ubi ius ibi societas’ – dove c’è la società c’è il diritto, dove c’è il diritto c’è la società), relazioni da tutelare, custodire, proteggere.
La primissima relazione è quella della mamma e del figlio che vive e cresce dentro di lei. Spezzare con la forza della legge quella relazione significa negare il diritto o trasformarlo in uno strumento di sopraffazione. La moderna teoria dei diritti dell’uomo si basa esattamente sull’atto umile della mente che riconosce il valore dell’altro (il riconoscimento dell’uguale dignità di ogni essere appartenente alla famiglia umana) e non su un atto di arroganza sull’altro.
Ecco perché giustamente si domandano i vescovi: ‘Il riconoscimento del ‘diritto all’aborto’ è davvero indice di civiltà ed espressione di libertà? Quando una donna interrompe la gravidanza per problemi economici o sociali (le statistiche dicono che sono le lavoratrici, le single e le immigrate a fare maggior ricorso all’IVG) esprime una scelta veramente libera, o non è piuttosto costretta a una decisione drammatica da circostanze che sarebbe giusto e ‘civile’ rimuovere?’ Rinunciare alla vita impedendo a un figlio di nascere, non può essere mai considerato un ‘diritto’. Mai.
E’ una pretesa ideologica: nessun indice di civiltà e progresso, nessuna autentica manifestazione di libertà. Il preteso ‘diritto di aborto’ è in realtà l’aborto del diritto. Nel punto 5 del messaggio, i vescovi richiamando la dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede, ‘Dignitas infinita’ (‘la difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano.
Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo’), denunciano l’idea dell’aborto come diritto e l’inapplicazione della legge 194 che dovrebbero dissuadere dall’aborto e soprattutto ringraziano e incoraggiano scrivono: Quanti si adoperano ‘per rimuovere le cause che porterebbero all’interruzione volontaria di gravidanza […] offrendo gli aiuti necessari sia durante la gravidanza che dopo il parto’ (L. 194/78, art. 5), come i Centri di Aiuto alla Vita, che in 50 anni di attività in Italia hanno aiutato a far nascere oltre 280.000 bambini”.
In quale modo la medicina può essere al servizio della vita?
“Quante cose ci sarebbero da dire! In estrema sintesi, la base, il fulcro, il senso della medicina è (in una logica di servizio e non di potere) prendersi cura di ogni essere umano, cioè per ogni persona dal concepimento alla morte, senza distinguo, senza discriminazioni. La medicina è chiamata ad accettare la morte non a cagionarla. In questo discorso rientra il rifiuto dell’aborto, dell’eutanasia, del suicidio assistito, della distruzione di esseri umani allo stadio embrionale cosa che può avvenire con le tecniche di fecondazione artificiale, ma anche cosiddetto accanimento terapeutico come dell’abbandono del paziente.
Si apre tutto il vasto spazio della responsabilità e della presa in carico, dell’assistenza globale, dell’implementazione della medicina palliativa, della medicina perinatale, dell’umanizzazione della medicina in generale. Merita di essere letta e meditata ancora oggi l’enciclica ‘Evangelium Vitae’, ma anche la lettera ‘Samaritanus Bonus’ e la Nuova Carta degli Operatori Sanitari. Va da sé che nella prospettiva di una medicina a servizio della vita l’obiezione di coscienza all’aborto ha un ruolo fondamentale: non si tratta di ‘astensione da’, ma di ‘promozione di’ ovvero del valore della vita e della autentica tutela sociale della maternità”.
(Tratto da Aci Stampa)
La Chiesa siciliana chiarisce sugli esorcismi

Poche ore prima della nota del dicastero della Dottrina della fede sul discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali dalla conferenza episcopale siciliana è giunto un decreto che fa chiarezza su esorcismi e preghiere di guarigione e di liberazione, chiarendo alcune indicazioni destinate a sacerdoti e laici, dopo un’analisi di quanto avviene nelle diocesi siciliane, con il continuo aumento di fedeli che si recano da sacerdoti, e a volte anche da laici, per chiedere di essere liberati da presunte azioni straordinarie del demonio:
“La forza salvifica di Gesù esprime la massima potenza nei sacramenti; da essi derivano i sacramentali, ‘segni sacri per mezzo dei quali … sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali … I sacramentali non conferiscono la grazia dello Spirito Santo alla maniera dei sacramenti; però mediante la preghiera della Chiesa preparano a ricevere la grazia e dispongono a cooperare con essa’.
Tra i sacramentali si annovera l’esorcismo, ‘quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del maligno e sottratto al suo dominio’. L’influsso del demonio è bloccato coltivando una sana vita spirituale, con l’assidua frequenza ai sacramenti, la preghiera fervorosa e incessante, l’ascolto docile della Parola di Dio. In alcuni casi particolari la Chiesa è chiamata a liberare gli oppressi mediante le preghiere di liberazione e anche la pratica dell’esorcismo”.
E’ un invito al discernimento, che in queste occasioni può essere compiuto anche con la collaborazione di medici: “Bisogna attentamente discernere se si tratti di una reale presenza diabolica oppure di un disturbo fisico o di una malattia psichica. In questi ultimi casi la preghiera di esorcismo è da evitare perché arrecherebbe ulteriori danni alla salute dei fedeli. A tal fine è sempre bene ricercare la collaborazione di medici e specialisti capaci di affiancare il sacerdote in un sano ed equilibrato discernimento”.
Il documento è stato emanato per il motivo di una situazione di dubbie possessioni in aumento: “E’ in continuo aumento il numero di fedeli che si recano da sacerdoti, e a volte anche da laici, per chiedere di essere liberati da presunte possessioni e/o infestazioni diaboliche causate, a loro dire, da malefici e fatture”.
Però di fronte a tali situazioni ci sono sacerdoti che intervengono non proprio in modo corretto: “A questa crescente richiesta tentano di rispondere dei sacerdoti, animati da slancio pastorale nel recare conforto e aiuto alle persone bisognose. Essi le accolgono, ascoltano e benedicono. Alcuni sacerdoti, tuttavia, non agiscono in maniera uniforme e coordinata, intervenendo in vari modi con la celebrazione di Sante Messe, recitando preghiere di liberazione e di guarigione e, in qualche caso, praticando preghiere di esorcismo”.
Inoltre il documento invita a non ‘spettacolarizzare’ l’evento: “Talvolta le preghiere di liberazione sono recitate nelle chiese davanti all’Eucarestia solennemente esposta, in adunanze pubbliche, con il rischio di alta spettacolarizzazione e con il pericolo di grave disorientamento dei presenti. Durante queste celebrazioni qualche sacerdote passa persino tra i fedeli benedicendoli uno per uno con il Santissimo Sacramento, verificandosi spesso urla, parolacce, bestemmie e cose del genere che turbano non poco i fedeli presenti e specialmente i bambini e i più deboli. Altre volte tali preghiere avvengono in case private guidate da laici, qualche volta anche assistiti da sacerdoti”.
Per questo la Conferenza episcopale siciliana ha emanato 18 punti per fare chiarezza sull’insegnamento della Chiesa riguardante gli esorcismi con un particolare ammonimento a laici e religiosi su tale esercizio: “I laici e i religiosi senza ordini sacri in nessun modo e in nessun caso possono pronunciarsi su eventuali possessioni, vessazioni, ossessioni o infestazioni diaboliche, senza aver ricevuto esplicito permesso per iscritto da parte del Vescovo diocesano, cui spetta in modo esclusivo il discernimento sull’esistenza e l’autenticità di eventuali carismi.
A nessuno, fosse pure esorcista nominato dal Vescovo diocesano con peculiare ed espressa licenza, è lecito in maniera assoluta dire a qualcuno di aver ricevuto un maleficio e soprattutto di indicare la persona che lo avrebbe fatto, perché ciò può scatenare nelle persone sentimenti di odio”.
La preghiera di ‘liberazione’ dal ‘maligno’ deve essere compiuta sempre da un sacerdote: “Ogni fedele può elevare a Dio preghiere non liturgiche per ottenere la guarigione. Quando tuttavia queste si svolgono in chiesa o in altro luogo sacro, è conveniente che esse siano guidate da un ministro ordinato. Le preghiere di liberazione comunitarie dovranno essere fatte sotto la guida di un sacerdote, utilizzando a questo scopo l’Appendice I del Rito degli esorcismi, con esclusione delle formule esorcistiche ivi contenute.
Mai è lecito ai laici e ai religiosi senza ordini sacri organizzare e guidare celebrazioni di preghiere di guarigione liturgiche contenute nel Benedizionale, neanche alla presenza di ministri ordinati. Si fa divieto ai presbiteri nell’intero territorio della Sicilia di organizzare celebrazioni comunitarie di preghiere di guarigione liturgiche senza l’esplicito permesso scritto da parte del rispettivo Vescovo diocesano”.
Eppoi tale esercizio è consentito solamente a chi è stato espressamente autorizzato: “E’ vietato ai laici, come pure ai sacerdoti non muniti della debita licenza, pronunciare sia preghiere di esorcismo solenne sia qualsiasi altra preghiera che abbia il carattere imperativo allo spirito maligno.
Ai sacerdoti non autorizzati dal Vescovo di eseguire esorcismi e ai laici non è lecito utilizzare la formula dell’esorcismo contro Satana e gli angeli ribelli, estratta da quella pubblicata per ordine del sommo Pontefice Leone XIII, e in particolare il testo integrale di questo esorcismo, dal momento che può essere utilizzata solamente da tutti coloro che a norma del diritto sono ministri dell’esorcismo solenne”.
Inoltre ogni esorcismo non deve essere retribuito: “E’ necessario che le preghiere di guarigione e di liberazione, come pure l’azione pastorale dell’esorcismo siano svincolate da ogni forma di legame con offerte in denaro, in modo che emerga con assoluta chiarezza la gratuità dei doni del Signore. Soprattutto in questi momenti di disagio e di sofferenza, nessun fedele deve avere ostacoli per accedere ai benefici della grazia, né tanto meno sentirsi in dovere di corrispondere un ‘compenso’ per l’accoglienza ricevuta… E’ vietato passare tra i fedeli benedicendoli uno per uno con il Santissimo Sacramento per qualsiasi motivo. Non sono ammessi esorcismi solenni o preghiere di guarigione e di liberazione che abbiano come oggetto la liberazione dell’albero genealogico”.
L’Associazione ‘Bambino Gesù’ del Cairo ha offerto cure mediche a 540 bambini poveri egiziani

L’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’, in collaborazione con la Fondazione della ‘Fratellanza Umana’, presidente delle quali è mons. Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario di Sua Santità Papa Francesco, ha offerto in Egitto, negli ultimi giorni, gratuitamente, cure mediche, somministrato vaccini, eseguito analisi, fornito medicine a più di 540 bambine e bambini egiziani grazie all’iniziativa dei ‘Convogli Sanitari’, la cui finalità è quella di offrire cure mediche ai bambini disagiati che vivono in Egitto.
A comunicarlo è stato il giornalista Biagio Maimone, Direttore della Comunicazione dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo. E’ uno straordinario impegno umanitario rivolto ai bambini, che l’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ e la Fondazione della ‘Fratellanza Umana’ egiziana hanno posto a fondamento del loro agire.
L’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ si prefigge, inoltre, l’obiettivo di ultimare, in Egitto, i lavori inerenti la costruzione dell’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, la cui denominazione fa riferimento al prezioso dono che Sua Santità Papa Francesco ha benevolmente voluto destinare a questo progetto, che è una copia della Pietà di Michelangelo.
Il progetto suddetto è stato avviato in seguito alla sottoscrizione del Documento ‘Sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’ da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, nella città di Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019.
Le altre iniziative in essere dell’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ sono l’Ospedale pediatrico e materno ‘Bambino Gesù del Cairo’, la catena di ristoranti ‘Fratello’ volta a offrire gratuitamente cibo alle famiglie povere e la Scuola a della Fratellanza Umana.
Telemedicina e Salute Digitale: Paginemediche acquisisce la startup AreaMedical24
Papa: le Ceneri donano la ricompensa

Prima di iniziare la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri si è svolta la processione penitenziale da Sant’Anselmo a Santa Sabina all’Aventino dove il Segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, ha presieduto la messa, leggendo l’omelia preparata da papa Francesco, che non è stato presente a causa di un problema al ginocchio, che sottolinea la parola ‘ricompensa’:
Suicidio assistito:la vita prevalga

Nelle settimane scorse ‘Mario’ (nome di fantasia) aveva chiesto di avere il farmaco che gli avrebbe consentito di morire invocando la sentenza Fabo-Cappato (242 del 2019) della Corte costituzionale con la richiesta, attraverso l’associazione ‘Luca Coscioni’, che ha portato anche a un’azione legale al Tribunale di Ancona contro l’Azienda sanitaria regionale in cui si ipotizzavano inadempienze della stessa.
Dal meeting un appello: cibo e medicine per tutti per uscire dalle pandemie
Papa Francesco ribadisce che ‘non ci salva da soli’

In queste settimana sta tenendo ‘banco’ la possibilità di liberalizzare i brevetti, ponendo termine al monopolio delle case farmaceutiche, dopo l’appello lanciato da Oxfam ed Emergency, membri della coalizione internazionale People’s Vaccine Alliance, al presidente del consiglio Mario Draghi e ai ministri degli Esteri, Salute e Sviluppo economico, perché senza un vaccino per tutti in ogni parte del mondo andranno persi $ 9.300.000.000 a livello globale e innumerevoli vite.
Secondo la People’s Vaccine Alliance, nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, solo un decimo della popolazione può sperare di essere vaccinato nel 2021, attraverso il progetto Covax per rendere accessibili i vaccini nel sud del mondo. Oxfam ed Emergency riconoscono l’importante valore di Covax, ma lo giudicano del tutto inadeguato per coprire il reale fabbisogno di vaccini nei paesi poveri nei tempi brevi necessari.
Quindi nelle settimane scorse il Pontificio Consiglio della Cultura e la Fondazione Cura hanno organizzato la quinta Conferenza Internazionale dal titolo: ‘Exploring the Mind, Body & Soul. How Innovation and Novel Delivery Systems Improve Human Health’, con interventi di medici, scienziati, studiosi di etica, leader religiosi, sostenitori dei diritti dei pazienti, policymakers, filantropi e opinionisti per confrontarsi sulle ultime scoperte nell’ambito della medicina, dell’assistenza sanitaria e della prevenzione, nonché sul significato antropologico e sull’impatto culturale dei progressi tecnologici ed il messaggio finale di papa Francesco, che ha affermato che mente, corpo ed anima sono inseparabili:
“Lo strato biologico della nostra esistenza, che si esprime attraverso la nostra corporeità, costituisce la dimensione più immediata, ma non per questo la più facile da comprendere. Non siamo spiriti puri; per ognuno di noi, tutto inizia con il nostro corpo, ma non solo: dal concepimento alla morte noi non semplicemente abbiamo un corpo, ma siamo un corpo (e la fede cristiana ci dice che lo saremo anche nella risurrezione).
La storia della ricerca medica ci presenta, a questo riguardo, una dimensione dell’affascinante viaggio dell’essere umano alla scoperta di sé stesso. E non pensiamo solo alla medicina accademica per così dire ‘occidentale’, ma alla ricchezza delle varie medicine nelle diverse civiltà del mondo. Senza dubbio, le scienze hanno aperto davanti a noi un orizzonte di conoscenze e interazioni che pochi secoli fa non erano nemmeno pensabili”.
Uno studio interdisciplinare dei tre elementi permette il ‘progresso’ del sapere: “Uno sguardo allargato e un impegno di ricerca interdisciplinare determinano dunque un progresso del sapere che, applicato alle scienze mediche, si traduce in ricerche più sofisticate e in cure sempre più adeguate e precise. Basti solo pensare al vasto campo della ricerca nell’ambito della genetica, indirizzata al superamento di svariate malattie. Essa, d’altra parte, pone anche alcuni interrogativi antropologici ed etici di fondo, come, ad esempio, la questione della manipolazione del genoma umano per controllare o addirittura superare il processo di invecchiamento, oppure per giungere a un potenziamento alterato dell’essere umano”.
E sempre nello stesso giorno il papa ha inviato un video messaggio in occasione del ‘Vax live’, a favore della vaccinazione per tutti: “Dinanzi a tanta oscurità e incertezza c’è bisogno di luce e di speranza. Abbiamo bisogno di cammini di guarigione e di salvezza. E mi riferisco a una guarigione alla radice, che curi la causa del male e non si limiti solo ai sintomi. In queste radici malate troviamo il virus dell’individualismo, che non ci rende più liberi né più uguali, né più fratelli, piuttosto ci trasforma in persone indifferenti alla sofferenza degli altri. E una variante di questo virus è il nazionalismo chiuso, che impedisce, per esempio, un internazionalismo dei vaccini. Un’altra variante è quando mettiamo le leggi del mercato o di proprietà intellettuale al di sopra delle leggi dell’amore e della salute dell’umanità”.
Inoltre ha spiegato l’interconnessione tra la malattia e l’economia: “Ogni ingiustizia sociale, ogni emarginazione di alcuni nella povertà o nella miseria incide anche sull’ambiente. Natura e persona siamo uniti. Dio Creatore infonde nei nostri cuori uno spirito nuovo e generoso per abbandonare i nostri individualismi e promuovere il bene comune: uno spirito di giustizia che ci mobiliti per assicurare l’accesso universale al vaccino e la sospensione temporanea del diritto di proprietà intellettuale; uno spirito di comunione che ci permetta di generare un modello economico diverso, più inclusivo, giusto, sostenibile”.
Ed ha ricordato che non ci si salva da soli: “La pandemia ci ha messo tutti in crisi, ma non dimenticatevi che da una crisi non usciamo uguali, o usciamo migliori o peggiori. Il problema sta nell’avere l’inventiva per cercare cammini che siano migliori.
Dio, medico e salvatore di tutti, conforti i sofferenti, accolga nel suo regno quelli che se ne sono già andati. E a questo Dio chiedo anche per noi, pellegrini sulla terra, che ci conceda il dono di una nuova fratellanza, una solidarietà universale e che possiamo riconoscere il bene e la bellezza che ha seminato in ognuno di noi, per stringere legami di unità, di progetti comuni, di speranze condivise”.
Giuliana Chiorrini invita a seguire l’esempio di Carlo Urbani

Si è chiusa con la somma di € 30.000 l’iniziativa di raccolta fondi organizzata a favore dell’Ospedale di Jesi dall’Associazione Italiana Carlo Urbani Onlus. Entro il mese di maggio, grazie alla cifra raccolta, saranno donati e installati nel nosocomio jesino due letti bariatrici da terapia intensiva per pazienti obesi con sollevamento motorizzato fino a 400 kilogrammi, come ha dichiarato il presidente dell’Aicu, Tommaso Urbani, figlio di Carlo:
In Vaticano le nuove frontiere scientifica dell’Intelligenza Artificiale

Per due giorni fino al 26 febbraio in Vaticano si svolge l’assemblea della Pontificia Accademia per la Vita sul tema ‘The good Alghoritm? Artificial Intelligence: Ethics, Law, Health’, che affronta il tema dell’intelligenza artificiale, che sarà affrontato in particolare durante la giornata di venerdì 28 febbraio con l’evento pubblico intitolato ‘renAIssance. Per un’Intelligenza Artificiale Umanistica’, che vedrà la partecipazione del presidente di Microsoft, Brad Smith, e del vice presidente esecutivo di IBM, John Kelly III, e gli interventi del presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, e del direttore generale della FAO, Dongyu Qu.