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Nuovi bandi del COR per gli oratori con le proposte per il servizio civile

Il nuovo anno del Centro Oratori Romani si avvia con alcune iniziative a favore degli oratori. Sono stati infatti rinnovati sia il Bando 2025 per il Servizio Civile Universale con la disponibilità di due posti per i nuovi volontari sia il nuovo Bando Oratori per il finanziamento di progetti di formazione per animatori ed educatori con fondi pari a € 16.000.

Per quanto riguarda il Servizio Civile Universale, il nuovo progetto ‘Spazio ai talenti’,  realizzato in partnership con le A.C.L.I. aps come già negli ultimi anni, con la possibilità di svolgere il servizio all’interno del COR, consentirà ai volontari di vivere un’esperienza formativa e di servizio all’interno delle attività dell’associazione.

E’ già possibile presentare la domanda tramite la piattaforma DOL predisposta dal Dipartimento delle Politiche Giovanili ed il Servizio Civile Universale. Il COR è infatti accreditato all’Albo degli Enti di Servizio Civile Universale come ente che può accogliere operatori volontari, coinvolgendo i giovani prevalentemente in esperienze di accoglienza dei più piccoli, in linea con la mission associativa. Possono presentare domanda tutti i giovani, tra i 18 ed i 28 anni, che intendono partecipare al bando di Servizio Civile Universale fino alle 14.00 di giovedì 18 febbraio 2025.

Il progetto ‘Spazio ai Talenti’ ambisce a combattere il problema della povertà educativa, affrontando in particolare il fenomeno del disagio giovanile, l’isolamento sociale, in collegamento alla dispersione scolastica e al fenomeno dei NEET. Punta quindi sul sostegno allo studio per i ragazzi e i giovani dai 6 ai 18 anni dei territori coinvolti, ma soprattutto su attività socializzanti e di promozione delle competenze trasversali, socio-relazionali e sviluppo dei talenti, con percorsi di crescita integrali in contesti informali ed extra-scolastici.

Per i volontari che saranno in servizio civile presso il COR, l’attività si svolgerà principalmente negli oratori parrocchiali. Tutti i dettagli e le modalità di partecipazione sono già illustrati nell’apposita pagina del sito dell’associazione fondata dal Venerabile Arnando Canepa e che da 80 anni promuove a Roma la pastorale oratoriana (https://www.centrooratoriromani.org/risorse/servizio-civile-universale.html).

La seconda iniziativa del COR, lanciata sempre in questi giorni, riguarda il nuovo Bando Oratori che da qualche anno sostiene economicamente la formazione di educatori ed animatori degli oratori e che da quest’anno si apre anche a progetti sviluppati nelle diocesi suburbicarie oltre che a quelli della Diocesi di Roma. Nel corso degli ultimi anni l’associazione ha finanziato progetti educativi realizzati da reti di oratori consentendo a decine di giovani e di adulti di formarsi in maniera adeguata per il loro servizio di annuncio e di animazione nelle comunità di appartenenza.

L’edizione 2025 del nuovo Bando Oratori stanzia 16mila euro (con un notevole incremento anche rispetto alla precedente edizione) in favore di iniziative formative rivolte agli animatori ed educatori degli oratori della Diocesi di Roma e delle Diocesi Suburbicarie favorendo anche la promozione della cooperazione tra oratori dello stesso territorio con il fine di incoraggiare iniziative in un’ottica di percorso sinodale che ogni oratorio è chiamato a compiere uscendo fuori dal proprio contesto di riferimento.

Tutti i dettagli e le modalità di presentazione delle domande sono già disponibili sul sito del COR nella pagina dedicata (https://www.centrooratoriromani.org/risorse/bando-oratori.html). Le domande andranno presentate entro il prossimo 15 aprile per la valutazione e l’assegnazione da parte di una apposita commissione.

“Il nuovo bando di finanziamento, come d’altronde quello dello scorso anno”, ha sottolineato Fabrizio Lo Bascio,  Coordinatore del Centro Studi Pastorali del COR, “rappresenta prima che un’occasione per la formazione dei nostri educatori e animatori, un’opportunità per quanto riguarda il processo stesso: cooperare insieme tra le varie realtà, riscoprirsi chiamati a svolgere un comune servizio educativo prezioso nella nostra realtà, suscitare il desiderio di formarsi e di cercare nuove vie per svolgere questo ministero, in definitiva, riscoprirsi Chiesa, è il primo e più significativo risultato che questo progetto può realizzare”.

(Foto: COR)

Mons. Angiuli inaugura il campo di calcetto di Specchia

La Parrocchia “Presentazione Beata Vergine Maria” di Specchia comunica che Domenica 22 dicembre alle ore 17.00, presso il Centro Giovanile “San Francesco Saverio”, in Via B. Zaccagnini,10, si svolgerà l’inaugurazione e benedizione del ristrutturato campo di calcetto.

L’iniziativa si svolgerà alla presenza di Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento – S. Maria di Leuca, di Don Antonio Riva, Parroco di Specchia, di Don Luca Roberto, Viceparroco di Specchia, dell’Avv. Anna Laura Remigi, Sindaco di Specchia e del Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto, Presidente della San Demetrio Srl.

Nel campetto di circa 730 metri quadri, prima pieno di strappi, buche e parti mancanti, è stato ristrutturato  dall’azienda Sofisport di Pisa, con erba sintetica di 42 mm con intaso di stabilizzazione in sabbia e intaso prestazionale in organico di sintesi (è un granulo con una componente vegetale all’interno per ridurre la dispersione di microplastiche nell’ambiente), un manto nettamente superiore al precedente che era un 22 mm con solo sabbia.

Il rifacimento è stato realizzato grazie all’impegno economico del Dott. Giuseppe Maria Ricchiuto, Presidente e fondatore della San Demetrio Srl, un imprenditore locale che da 50 anni è un’istituzione nel mondo erboristico.

Con l’Opificio erboristico Sandemetrio, dotato di un laboratorio di analisi all’avanguardia, trasforma le migliori piante officinali in semilavorati e prodotti finiti di alta qualità: infusi, tè, tisane e integratori alimentari e, inoltre, negli ultimi tempi produce la linea cosmetica “Sandemè”.

L’origine del nome Sandemetrio è legata alla vita di “Frate Demetrio” che, secondo una leggenda, visse nelle campagne di Specchia prendendosi cura della terra e dedicandosi completamente alla coltura di erbe officinali. Le materie prime che danno origine ai prodotti della Sandemetrio sono accuratamente coltivate e selezionate nel giardino botanico in prossimità dell’azienda, una garanzia di genuinità e sostenibilità.

La manutenzione degli spazi verdi intorno al Centro Giovanile è stata curata grazie alla collaborazione e all’operoso lavoro del Gruppo Eco – Spo Specchia e delle Aziende Agricole locali: “Colli del Cianci” di Luca Branca, Antonio Marzo, Marco De Icco, “Agriservice” di Giuseppe Scupola, “Pozzelle” di Antonio Rizzo e “San Rocco”, che hanno migliorano la qualità e la fruibilità in sicurezza della zona.

La struttura parrocchiale, ubicata alla periferia della cittadina, fu donata nello scorso decennio dalle sorelle De Giovanni alle suore della “Congregazione delle figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria” della Beata Eugenia Ravasco, presenti a Specchia fino a qualche anno fa e poi divenuta di proprietà diocesana.

Sempre Domenica 22 Dicembre, all’interno del Centro Giovanile sarà inaugurata la III edizione de “Il Villaggio di Babbo Natale”, organizzato dalle Educatrici dell’Azione Cattolica locale e dalle catechiste parrocchiali e con l’ausilio dell’Associazione sportiva-culturale “Lucrezia Amendolara”. Dalle ore 17.00 alle 20.00, un nutrito gruppo di elfi, renne e folletti faranno vivere un pomeriggio indimenticabile a tutti i bambini (e a chi non dimentica di essere stato un bambino).

Con lo spirito natalizio tutti avranno la possibilità di partecipare a “C’era una volta Santa Claus” e ai laboratori artistici e creativi; di scrivere e imbucare la letterina a Babbo Natale, di creare la calza della Befana. Nel villaggio si gusteranno: i biscotti di Natale, le pittule, la cioccolata calda, lo zucchero filato, il vin brulè, inoltre, sarà possibile scattare una foto con Babbo Natale insieme molte altre sorprese.

Domenica 22 dicembre papa Francesco benedice i ‘Bambinelli’

A ridosso del Natale e della solenne apertura del Giubileo torna domenica 22 dicembre la tradizionale Benedizione dei Bambinelli, quest’anno slittata all’ultima domenica di Avvento in Piazza San Pietro. L’appuntamento per oratori, gruppi giovanili, parrocchie e famiglie di Roma rappresenta una ormai antica tradizione a partire dal 1969 quando per la prima volta Paolo VI il 21 dicembre impartì la solenne benedizione alle statuine portate dai bambini. Tema dell’evento di quest’anno sarà ‘Un Cuore di Luce’: Gesù Bambino, che sta per nascere nelle case, nelle comunità e nei cuori dei credenti, rappresenta la luce che risplende e che porta via le paure e le sofferenze, offrendo al cuore di ogni uomo un abbraccio sicuro.

Ad ogni oratorio partecipante, impegnati in queste settimane nelle attività di animazione tipiche dell’Avvento che coinvolgono bambini, animatori, adolescenti e famiglie, il Centro Oratori Romani ha proposto un contest per rappresentare artisticamente su tela il tema prescelto per l’edizione 2024. Le tele realizzate negli oratori verranno esposte a Piazza San Pietro nella mattinata e i vincitori verranno premiati in occasione della Festa della Riconoscenza del prossimo 28 dicembre al Don Bosco, altro appuntamento natalizio per gli oratori di Roma per una celebrazione di ringraziamento a conclusione dell’anno.

Sin dalle prime ore del mattino di domenica 22 dicembre, Piazza San Pietro accoglierà i gruppi di bambini, ragazzi, adolescenti e catechisti delle parrocchie romane per un momento di incontro e di animazione, guidato dal Centro Oratori Romani. Tutti insieme gli oratori parteciperanno alla solenne celebrazione eucaristica all’Altare della Confessione presieduta da S. Em.za il Card. Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Vaticana, e successivamente tutti i gruppi si sposteranno in piazza per partecipare alla recita dell’Angelus insieme a Papa Francesco e ricevere la benedizione delle statuine del Bambinello in un clima di festa e di vera gioia.

La Benedizione dei Bambinelli è promossa e organizzata dal Centro Oratori Romani, associazione di fedeli fondata dal Venerabile Arnaldo Canepa per la diffusione e la promozione della pastorale oratoriana a Roma.  Questa tradizione si è diffusa moltissimo negli ultimi anni in Italia e all’estero (Stati Uniti, Filippine, Inghilterra, Irlanda, Sud America e molti altri) coinvolgendo centinaia di comunità e di Diocesi dove Vescovi e sacerdoti hanno scelto di dedicare una domenica di Avvento all’appuntamento con le statuine di Gesù Bambino e all’accoglienza di famiglie, animatori e religiosi della Chiesa locale: 

“Quest’anno l’attesa si è moltiplicata, l’invito è ad essere ancora più vigilanti e pronti per accogliere un Natale ‘particolare’”, sottolinea il Presidente del COR, Stefano Pichierri. “Giungeremo, infatti, a Piazza San Pietro a pochissime ore dall’apertura della prima Porta Santa e al solenne inizio del Giubileo nell’ultima domenica di Avvento. L’affetto e l’entusiasmo puro dei bambini possa condurre tutti allo stupore dell’Incarnazione ed alla speranza nell’annuncio giubilare che ci accompagnerà per tutto il nuovo anno.

I bambini ed i catechisti degli oratori di Roma si ritrovano, nel corso del cammino avviato in questi anni nei territori, per celebrare e festeggiare insieme i frutti di un rinnovato entusiasmo pastorale. Siamo certi che, come ogni anno, Papa Francesco gioirà della vicinanza e delle preghiere sincere dei nostri bambini e giovani animatori”.

Roberto Mauri: l’oratorio rinasce dal sogno di san Giovanni Bosco

“Ci siamo. E’ giunto il momento di rompere gli indugi e andare oltre gli oratori e i patronati nelle forme pastorali che ci sono familiari. E’ arrivato il tempo di vincere le nostalgie, salutare ‘la terra dei padri’ e procedere con coraggio in una terra pastorale nuova, in gran parte ancora da esplorare ed abitare”: così scrive lo psicologo e psicoterapeuta Roberto Mauri, fondatore del Centro Studi ‘Missione Emmaus’, autore del libro ‘Campo base. L’oratorio che verrà?’, nel quale analizza la sfida che interpella la Chiesa di elaborare nuove forme e modelli pastorali in discontinuità con gli attuali.

Il testo analizza i modelli di oratorio fino ad oggi realizzati ed i fattori della loro irreversibile crisi, per poi prospettare una diversa forma pastorale, un nuovo ‘sogno’ profetico e generativo, come fu a suo tempo quello di san Giovanni Bosco. Attraverso un’analisi lucida ed appassionata, il testo ripercorre la storia dell’oratorio, prendendo in esame i due modelli che hanno caratterizzato la vicenda oratoriana moderna dalle sue origini: il modello ‘oratorio cittadella’, ovvero il tentativo di proporre un’alternativa educativa attraente alla modernità; il modello ‘oratorio carovana’, ovvero l’investimento sulla progettualità e la sinergia rinnovata tra le componenti interne all’oratorio e parrocchiali per favorire un’esperienza integrale di educazione alla fede.

Quindi si tratta di cambiare paradigma, adattandolo ai tempi: “E’ giunto il tempo di ‘non trattenere oltre’ ciò che ha concluso il suo percorso, non ‘indurire il cuore’ pastorale ma cogliere i segni dei tempi. ‘Campo Base’ è un germoglio pastorale da coltivare, da cui avviare percorsi trasformativi, luogo da cui partire verso nuove ascensioni, ed a cui ritornare, per narrare/rsi per nuovamente ripartire”.

Partendo da queste ‘provocazioni’, che scaturiscono dal libro, chiediamo al dott. Roberto Mauri di raccontarci quale ‘oratorio verrà’: “L’oratorio che verrà non sarà un ‘oratorio’, almeno nel modo in cui oggi lo conosciamo. Il cambio d’epoca che la Chiesa sta attraversando ha messo in crisi i quattro pilastri del modello su cui l’oratorio da sempre si reggeva (la figura carismatica del sacerdote, il protagonismo giovanile, il radicamento territoriale e l’identità cristiana condivisa). Oggi ‘l’oratorio è nudo!’, per parafrasare nota fiaba di Andersen, essendo venuto meno il ‘mito’ fondativo oratoriano, al di là delle difese d’ufficio.

L’oratorio che verrà non potrà essere l’ennesimo aggiornamento o restyling del modello tradizionale, come più volte si è cercato di fare. Non si tratta più di ‘ripartire meglio’, si tratta di cambiare paradigma, quei presupposti ‘invisibili’ in quanto dati per scontato. Occorre lo slancio profetico di immaginare nuove forme originali di presenza e di azione pastorale giovanile, capaci di intercettare le sfide della modernità liquida”.

Per quale motivo l’oratorio è un campo base?

“Oggi l’oratorio non è un campo base, ma lo potrebbe diventare accettando di rinascere su altre basi e premesse pastorali, metodologiche e organizzative.  L’oratorio, al pari di altre realtà ecclesiali è una forma pastorale appartenente a un’epoca ormai finita. Il termine ‘campo base’, al contrario, indica l’esigenza di individuare diverse forme pastorali come il già citato cambio d’epoca richiede.

‘Campo Base’ rimanda all’emergere dei cosiddetti ‘terzi luoghi’ pastorali, piccole strutture e spazi di ospitalità e di innovazione molto più flessibili rispetto alle solide tradizionali strutture pastorali cui siamo abituati, realtà leggere più simili ai moderni coworking che all’attuale organizzazionecatechistico-familiar-sportivo che solitamente caratterizzano gli oratori attuali. Un Campo Base si caratterizza per la sua essenzialità, leggerezza, accessibilità, apertura.

Esso nasce dalla volontà di coltivare il desiderio e non dal bisogno di risolvere problemi. ‘Campo Base’ è un modello tras-formativo, fortemente esperienziale, che mira a coniugare fraternità (lo stare insieme) e grandezza (sperimentare imprese condivise): proprio ciò che rende attraente la metafora del Campo Base”.

Quale pastorale oratoriana è necessaria per attrarre i giovani?

“La domanda è mal posta e riflette la classica impostazione centripeta oratoriana: non si tratta di attrarre i giovani, di farli venire in oratorio ma di incontrarli in chiave missionaria: si tratta di creare condizioni per ‘uscire’ e non ‘far entrare’, essere sinceramente attratti dal mondo giovanile e non attrarre.

L’immagine e modello del ‘Campo Base’ rimanda non più una realtà (quella dell’oratorio) scelta e proposta perché solida e rassicurante ma ad un punto di riferimento aperto e flessibile, luogo di partenza per nuove ascensioni e di ritorno per rielaborare le esperienze vissute e favorire nuove tessiture di senso, in una ritrovata unità di corpo, vita, spirito. Un modello che privilegia la valenza trasformativa dell’esperienza, il primato dei processi rispetto ai progetti, l’utilizzo di metafore e situazioni di tipo ‘iniziatico’, per favorire una rilettura critica delle proprie esperienze umane e spirituali per una nuova tessitura di senso”.

In quale modo si può fare sprigionare la creatività dei giovani?

“Rendendoli e facendoli sentire davvero soggetti e non oggetti dell’azione pastorale, valorizzando la loro sete di libertà ed esplorazione. La creatività giovanile scaturisce quando parte dal desiderio di coniugare ricerca di senso e bellezza, nella libertà, attraverso esperienze sfidanti e la loro rinarrazione trasformativa. Vale la regola sinodale del camminare insieme, così da entrare in contatto con la sana inquietudine dell’incompletezza con la consapevolezza che ci sono ancora molte cose di cui non siamo in grado di portare il peso. La creatività dei giovani si sprigiona a partire dall’assumere una postura spirituale di ascolto, dalla consapevolezza di avere molto da imparare per rigenerare attorno a sé fiducia e credibilità”.

E’ ancora attuale per la Chiesa il ‘sogno’di don Bosco?

“Quello che è davvero attuale, addirittura urgente, per la Chiesa, e che rimarrà tale, è la disponibilità e possibilità di sognare profeticamente, come a suo tempo fece don Bosco. Il sogno profetico è uno dei linguaggi preferiti da Dio nella Bibbia, come ben sappiamo. Sappiamo però anche che non si sogna mai due volte la stessa cosa. Oggi don Bosco con ogni probabilità avrebbe altre fertili

intuizioni, diverse dal metodo preventivo e formazione professionale. Il ‘sogno profetico’ di don Bosco raccoglieva la sfida della nascente questione giovanile legata all’affermarsi della modernità industriale ed urbana, mentre oggi la questione giovanile, nella modernità liquida in cui ci troviamo, si pone in termini molto diversi.

Il punto critico tuttavia è un altro, ovvero nel fatto che da tempo gli oratori hanno smesso di sognare: cercano segnali di futuro guardando al loro passato e così facendo accentuano lo scollamento tra azione pastorale e vita reale dei giovani. Parafrasando l’epistemologo Michel Serres, gli oratori brillano di una luce simile a quella delle costellazioni che gli astronomi ci dicono morte da tempo”.

Cosa si propone il Centro Studi ‘Missione Emmaus’?

“Il Centro Studi ‘Missione Emmaus’ opera attraverso un approccio di accompagnamento pastorale che si differenza da una semplice proposta di formazione. Lavorare per processi significa attivare nuovi dinamismi a partire da una visione condivisa e non da semplici bisogni. Ciò si concretizza nell’affiancamento e nel sostegno dei responsabili di una realtà pastorale (parrocchia, comunità pastorale, diocesi, congregazione…) senza sostituirsi ad essi, ma facilitando e sviluppando sinergie che valorizzino le risorse presenti”.

(Tratto da Aci Stampa)

Finanziata dal GAL ‘Capo di Leuca’ la mensa sociale della parrocchia ‘San Giovanni Bosco’ di Ugento  

Tutto pronto per l’apertura della nuova mensa sociale della Parrocchia “San Giovanni Bosco” presso l’Oratorio di Ugento, in via Alcide De Gasperi. Sarà un luogo di incontro e condivisione aperto alla comunità, fortemente voluto dalla parrocchia e dalla Caritas diocesana di Ugento-Santa Maria di Leuca.

Per la realizzazione della mensa sociale è stato determinante un finanziamento a fondo perduto attuato dal GAL Capo di Leuca nell’ambito del PSR Puglia 2014/2020 – Misura 19 – Sottomisura 19.2 – Azione 3: Servizi per la popolazione rurale nel Capo di Leuca – Bando Intervento 3.2 ‘Mense Collettive’ – Piano di Azione Locale ‘Il Capo di Leuca e le Serre Salentine’.

Grazie al bando pubblicato dal GAL Capo di Leuca, infatti, sono state acquistate attrezzature tecnologicamente avanzate: una cucina a 4 fuochi con forno statico a gas, un tavolo in acciaio inox con ripiano e alzatina, una cappa auto aspirante a parete con regolatore di velocità, un forno a microonde con funzione grill, un lavello in acciaio inox a sbalzo con 2 vasche, una lavastoviglie, due armadi refrigerati, 4 tavoli realizzati artigianalmente in legno, e 32 sedie in legno di faggio con seduta impagliata.

La parrocchia ‘San Giovanni Bosco’, nella cittadina meglio conosciuta come ‘l’Oratorio di Ugento’, è la più grande per estensione e numero di abitanti (circa 5000 persone, più di 1400 famiglie) dell’intero paese, che conta 5 parrocchie. Comprende circa metà del territorio di Ugento e circa la metà della sua popolazione. Il 18 settembre 1960 fu inaugurata la ‘Casa del Giovane Mons. Giuseppe Ruotolo’, data che sancisce ufficialmente il varo dell’oratorio, fortemente voluto dal primo parroco mons. don Leopoldo De Giorgi. Questo luogo è stato amato anche da don Tonino Bello, che, pur essendo impegnato nel seminario vescovile, aveva frequenti contatti con l’attività sportiva dell’oratorio.

La parrocchia ha acquistato attrezzature, strumenti, arredi e impianti per allestire una mensa nei locali dell’oratorio a Ugento. La riuscita del progetto sarà possibile grazie al contributo di gruppi di volontari, provenienti anche da altre parrocchie di Ugento, che permetteranno di offrire a tutti un’accoglienza calorosa e rispettosa, facendo funzionare le mense, la cucina e il magazzino al meglio. Questo allevierà le sofferenze del prossimo, soprattutto in questo momento di crisi economica, in cui le persone fragili sono ancora più bisognose di aiuto e conforto.

Il progetto di realizzazione della mensa, oltre alla Parrocchia “San Giovanni Bosco” di Ugento, annovera altri due partner: l’Associazione Sportiva Dilettantistica Eventi e Sport di Ugento e la Società Agricola “Oro del Salento” Srl di Ugento. La prima, attiva da circa 15 anni, ha come finalità lo sviluppo e la diffusione di varie attività sportive senza scopo di lucro. I componenti dell’associazione si adopereranno volontariamente per cucinare e servire nella mensa della parrocchia, con particolare attenzione alla qualità dei cibi e alle azioni in contrasto allo spreco alimentare.

La Società Agricola ‘Oro del Salento’ Srl di Ugento svolgerà anche il ruolo di fornitore di prodotti ortofrutticoli in eccesso alla mensa sociale. “Oro del Salento” è un’azienda del Sud Salento specializzata nella trasformazione di prodotti ortofrutticoli in prodotti alimentari salentini e pugliesi tutti lavorati a mano, dalle olive alle mandorle, dalle olive al peperoncino piccante alle cime di rapa e vini tipici pugliesi.

Oratori: Vino nuovo in otri nuovi. Educatori per l’oratorio che verrà

Riprende dopo una pausa di alcuni anni il Seminario di Pastorale Oratoriana, appuntamento tradizionale del Centro Oratori Romani dedicato a educatori e responsabili di oratorio, laici, religiosi e sacerdoti, per uno sguardo al mondo dell’oratorio da diversi punti di vista e in dialogo con le sempre nuove sfide pastorali. Titolo dell’incontro sarà ‘Vino nuovo in otri nuovi. Educatori per l’oratorio che verrà’ per una mattinata di approfondimento presso il Seminario Romano Maggiore (Piazza San Giovanni in Laterano, 4), dalle ore 8:30 alle ore 13:00 di sabato 12 ottobre. 

Aprirà i lavori don Fabio Rosini, Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria, che approfondirà il carisma educativo del catechista di oratorio. Seguirà una intervista a Roberto Mauri, autore del libro ‘Campo Base. L’oratorio che verrà?’ per lanciare la sfida di ricercare nuove forme pastorali. Concluderà, infine, la riflessione Fabrizio Lo Bascio, coordinatore del Centro Studi Pastorali del COR, che accompagnerà i partecipanti in una sintesi della giornata e nella riflessione sul sogno missionario del COR per gli oratori di Roma all’inizio di un nuovo anno pastorale.

“Il Seminario ha l’intenzione di riattivare una riflessione pastorale sull’oratorio” sottolinea Lo Bascio invitando l’intera comunità diocesana coinvolta negli oratori a partecipare per portare il proprio contributo. “Vogliamo aiutarci reciprocamente per la comprensione e la realizzazione efficace dell’oratorio, come esperienza educativa ecclesiale, con una tradizione tutta sua nel passato, con sfide educative e sociali nel presente, con un futuro da immaginare.

Abbiamo scelto di tratteggiarne tre: l’educatore, l’oratorio come esperienza educativa ed infine l’azione pastorale per l’oratorio a livello diocesano o cittadino. In qualche modo tutte e tre possono e devono rinnovarsi: un educatore che riscopre il suo carisma, un ‘vino nuovo’, un oratorio che assume una forma paradigmatica rinnovata, un ‘otre nuovo’ ed, infine, una prospettiva più ‘ampia’ che si interroga su come promuovere e diffondere tutto questo oggi nel tessuto ecclesiale e urbano di Roma”.

A Camerino inaugurato il nuovo Centro pastorale diocesano

Domenica 9 giugno a Camerino è stato inaugurato il nuovo Centro pastorale diocesano nei locali dell’ex seminario, di cui l’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Massara, ne è stato il più convinto promotore, sensibile da sempre alla necessità di realizzare luoghi di aggregazione per le nuove generazioni. L’ex Seminario, danneggiato dal sisma del 2016, è stato ritenuto idoneo a questa ‘missione’ ed al termine di un’importante ristrutturazione, è riconsegnato all’arcidiocesi che lo mette a disposizione della comunità camerte.

Il nuovo Centro pastorale ospita alcune ampie sale per l’oratorio e gli incontri pastorali, un centro di ascolto della Caritas diocesana, un ambiente polivalente ed una spaziosa sala multimediale di ultima generazione. Per favorire le possibilità di incontro e di svago, il centro è dotato anche di uno spazio esterno attrezzato con un moderno campo da calcetto, uno da beach volley, oltre ad altri spazi verdi per i giochi. Grazie all’installazione di un ascensore, una parte dell’edificio ospita la casa del clero con cinque camere per i sacerdoti anziani che necessitano di assistenza in un ambiente familiare dove condividere la loro esperienza umana e sacerdotale.

Trentatré posti-letto sono riservati agli studenti, aggiungendo così ulteriore disponibilità di alloggio agli universitari, oltre quella già messa a disposizione nel Residence Next Generation, inaugurato nel centro storico di Camerino alla fine del 2022, come spiegato da una nota dell’arcidiocesi: “Per la prima volta, nel nostro territorio, viene realizzata un’opera fruibile contemporaneamente da tre generazioni (anziani, adulti e bambini), un significativo esempio di condivisione per promuovere il dialogo intergenerazionale, pur nella differenza delle attività pensate per ciascuno. Per questa ragione, l’arcivescovo ha voluto intitolare il nuovo Centro pastorale ad alcune figure camerti che hanno lasciato un’impronta indelebile nel cuore di tutti”.

La zona dedicata all’Oratorio ed alle attività pastorali è stata intitolata a Stefania Scuri e Maurizio Cavallaro, provenienti dall’esperienza dello scoutismo: la giovialità e lo spirito di servizio che hanno animato la loro vita rappresentano un esempio per tutti ed uno stimolo a ‘lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato’; mentre gli spazi sportivi esterni sono stati dedicati a mons. Quinto Martella.

Il Centro di ascolto gestito dalla Caritas diocesana, invece, è stato dedicato a mons. Renzo Rossi, sacerdote scomparso nel 2007, che è ricordato per la generosità e per l’aiuto materiale e spirituale che prodigava ai bisognosi. Infine, l’area esterna per le attività ludiche e sportive verrà intitolata a mons. Quinto Martella, morto nel 2020, il quale, come sacerdote ed insegnante, è sempre stato a contatto con i giovani, lasciando in eredità una significativa offerta che ha dato impulso alla realizzazione del Centro pastorale.

Inaugurando la struttura l’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Massara, ha preso lo spunto da una canzone di Luciano Ligabue per spiegare la realizzazione di un ‘sogno’: “Dobbiamo imparare ad uscire dai localismi, in quanto ogni paese ha bisogno di un campanile, ma non di un nuovo campanilismo”.

Per quale motivo un nuovo centro pastorale diocesano?

“L’idea di un nuovo centro pastorale diocesano nasce dalla necessità di avere spazi d’incontro che si erano persi durante il terremoto del 2016. Un luogo dove poter usufruire di tutto quello che necessita per integrare le relazioni e la formazione delle nostre comunità provate in tutti questi anni”.

Un luogo in cui possono coesistere tre generazioni (bambini, giovani ed anziani): è possibile un dialogo intergenerazionali? 

“E’ possibile un dialogo intergenerazionale che porta ad una ricchezza tra la sapienza degli anziani, la gioia dei bambini ed i sogni dei nostri giovani … un cammino di crescita e di scambi che porterà ad una società migliore”.

C’è anche un centro di ascolto della Caritas: quanto è importante ascoltare? 

“Il centro di ascolto offre un’attenzione alle povertà del territorio .Oggi si sente molto, ma si ascolta poco e si dedica poco tempo di qualità. Diventa necessario aprire i nostri cuori per incontrare Dio ed i poveri che ci stanno intorno”.

In quale modo la Chiesa cerca di fornire risposte alle domande dei giovani?

“La Chiesa è da sempre vicina ai giovani: li ascolta, li accompagna, li aiuta a realizzare quei sogni che a volte la società di oggi infrange. Loro sono il nostro presente ed il nostro futuro”.

Ad otto anni dal sisma si intravede qualcosa?

“Ad otto anni dal sisma come Chiesa stiamo portando avanti la ricostruzione con grande fatica ma con grande determinazione, sostenendo da sempre che non c’è una ricostruzione delle case senza una ricostruzione sociale ed economica. Solo così questo territorio non morirà”.

(Tratto da Aci Stampa)

Torna la festa degli oratori estivi di Roma a Zoomarine

Immancabile con l’arrivo dell’estate e la conclusione delle scuole, l’avvio in moltissime parrocchie di Roma degli oratori estivi, che stanno accogliendo, già da questa settimana, migliaia di bambini e ragazzi. Come tradizione, i gruppi si ritroveranno giovedì 20 giugno per la tradizionale Festa degli Oratori Estivi presso il parco divertimenti di Zoomarine alle porte di Roma per una giornata, affidata all’organizzazione del Centro Oratori Romani, all’insegna del divertimento, ma anche dell’incontro e della condivisione che contraddistingue sempre l’esperienza estiva degli oratori.

Gli oratori verranno accolti a partire dalle ore 9.30 dagli animatori e la Festa degli Oratori Estivi 2024 verrà inaugurata anche quest’anno ufficialmente dal Vescovo ausiliare del settore sud, don Dario Gervasi, che porterà il saluto a bambini, ragazzi e ai tanti animatori a servizio di questo appuntamento che da oltre 10 anni accompagna l’esperienza estiva delle parrocchie. All’interno del parco divertimenti bambini e animatori potranno godere di tante attrazioni, colorando con la loro presenza gioiosa ogni spazio disponibile, sperimentando anche in questa occasione la bellezza di sentirsi parte della grande famiglia dell’oratorio

A Roma moltissime parrocchie offrono ogni estate questa gioiosa proposta pastorale alle famiglie del territorio, accogliendo nelle varie zone della città, dal centro alla periferia, da nord a sud migliaia di bambini e ragazzi. La diocesi di Roma ha realizzato anche quest’anno il sussidio per l’estate dal titolo ‘L’Isola del Tesoro’ adottato da moltissime comunità con l’intento di proporre, in uno speciale cammino di crescita, un’avventura estiva capace di coinvolgere piccoli e grandi, nella ricerca di un tesoro per il quale valga la pena spendere tutte le energie a partire dai propri talenti. 

I gruppi di animatori, in gran parte composti da adolescenti entusiasti, da settimane si stanno preparando per organizzare al meglio accoglienza e attività (tra giochi, catechesi, preghiera, laboratori ma anche tornei e gite) coadiuvati da giovani responsabili, adulti e sacerdoti, tutti a servizio di un progetto che sostiene le famiglie e regala ai più piccoli qualche settimana di gioia ed allegria. Il sussidio 2024, progetto del Servizio di Pastorale Giovanile diocesano e coordinato dal COR, è stato realizzato negli ultimi mesi da una ampia redazione con la partecipazione di ACR Roma, Agesci Regione Lazio e Anspi Roma, insieme a giovani animatori, e sacerdoti delle parrocchie romane. Tutti i materiali sono disponibili sul sito insieme al modulo per iscriversi alla festa del 20 giugno (https://www.oresroma.org/attivita/festa-ores ).

A Camerino sarà inaugurato il nuovo Centro pastorale

Domenica 9 giugno, alle ore 16.00, a Camerino, avrà luogo l’inaugurazione del nuovo Centro pastorale diocesano nei locali dell’ex Seminario, in via Macario Muzio n. 8. L’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Massara, ne è stato il più convinto promotore, sensibile da sempre alla necessità di realizzare luoghi di aggregazione per le nuove generazioni.

L’ex Seminario, danneggiato dal sisma del 2016, è stato ritenuto idoneo a questa ‘missione’ ed al termine di un’importante ristrutturazione, è riconsegnato all’arcidiocesi che lo mette a disposizione della comunità camerte.

Il nuovo Centro pastorale ospiterà alcune ampie sale per l’Oratorio e gli incontri pastorali, un Centro di ascolto della Caritas diocesana, un ambiente polivalente e una spaziosa sala multimediale di ultima generazione. Per favorire le possibilità di incontro e di svago, il Centro sarà dotato anche di uno spazio esterno attrezzato con un moderno campo da calcetto, uno da beach volley, oltre ad altri spazi verdi per i giochi. Grazie all’installazione di un ascensore, una parte dell’edificio ospiterà la Casa del clero con cinque camere per i sacerdoti anziani che necessitano di assistenza in un ambiente familiare dove condividere la loro esperienza umana e sacerdotale.

33 posti letto saranno riservati agli studenti, aggiungendo così ulteriore disponibilità di alloggio agli universitari, oltre quella già messa a disposizione nel Residence Next Generation, inaugurato nel centro storico di Camerino alla fine del 2022.

“Per la prima volta, nel nostro territorio, viene realizzata un’opera fruibile contemporaneamente da tre generazioni (anziani, adulti e bambini), un significativo esempio di condivisione per promuovere il dialogo intergenerazionale, pur nella differenza delle attività pensate per ciascuno. Per questa ragione, l’arcivescovo ha voluto intitolare il nuovo Centro pastorale ad alcune figure camerinesi che hanno lasciato un’impronta indelebile nel cuore di tutti”, spiega una nota della diocesi.

La zona dedicata all’Oratorio ed alle attività pastorali sarà intitolata a Stefania Scuri e Maurizio Cavallaro prematuramente scomparsi, entrambi provenienti dall’esperienza dello scoutismo: la giovialità e lo spirito di servizio che hanno animato la loro vita rappresentano un esempio per tutti ed uno stimolo a ‘lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato’.

Il Centro di ascolto gestito dalla Caritas diocesana, invece, sarà dedicato a mons. Renzo Rossi, sacerdote scomparso nel 2007, che è ricordato per la generosità e per l’aiuto materiale e spirituale che prodigava ai bisognosi. Infine, l’area esterna per le attività ludiche e sportive verrà intitolata a mons. Quinto Martella, morto nel 2020, il quale, come sacerdote ed insegnante, è sempre stato a contatto con i giovani, lasciando in eredità una significativa offerta che ha dato impulso alla realizzazione del Centro pastorale.

(Foto: diocesi di Camerino-San Severino Marche)

Oratori: mons. Gervasi al COR chiede di annunciare il Vangelo ai bambini

Un forte invito a non lasciar perdere, a seguire l’esempio del fondatore, il Venerabile Arnaldo Canepa, ha espresso mons. Dario Gervasi, Vescovo ausiliare di Roma per il settore sud e delegato per l’ambito della cura delle età e della vita presiedendo la solenne celebrazione eucaristica a Santa Maria Odigitria al Tritone. L’appuntamento, organizzato dal Centro Oratori Romani per fare memoria della conversione del suo fondatore, ha visto soci e amici dell’associazione pregare insieme nella piccola chiesa legata alla storia di Canepa e al suo servizio fra i bambini e i ragazzi.

“E’ sempre molto importante tornare sui luoghi dove si è sentito che Dio parla”, ha esordito don Dario commentando il brano evangelico del giovane ricco. “Questa piccola chiesa, che oggi è sommersa dalla città prettamente turistica, ha visto il momento centrale della vita di Canepa, quando tutto quello che sarebbe stato il futuro della sua opera, il COR, è stata a lui donato, una sorta di radice di tutta l’associazione. Sono convinto che sia stato il suo rapporto personale con Dio a dargli la forza per rispondere alla chiamata, una vera irruzione dell’amore soprannaturale nella nostra piccolezza umana.

E’ un dono immenso che sicuramente ha vissuto anche Canepa perché la Madonna lo ha guardato con la stessa intensità con cui Gesù guarda il giovane ricco. Arnaldo, a differenza di quest’ultimo, ha risposto positivamente a questa chiamata. Nel tempo ha donato tutta la sua vita e le sue ricchezze per i ragazzi e per l’oratorio. Ha dedicato tutta la sua vita al servizio, alla sequela di Cristo ma certamente il suo segreto era questo rapporto speciale con il Signore. Una relazione che lo ha spinto a diventare quel seme che si è moltiplicato in migliaia e migliaia di giovani”. 

Invitando i presenti a fare personalmente memoria della propria conversione, don Gervasi ha chiarito come “ritornare, alla conversione, ricordare che siamo stati mandati dal Padre con lo Spirito che ci guida, è fondamentale perché le nostre forze prima o poi si esauriscono. Quelle di Dio no! E’ importante chiedere al Signore una costante conversione: Dio ci conduce sempre avanti, ci aiuta ad affrontare quelle difficoltà dell’oggi e a Lui dobbiamo chiedere la forza di annunciare il Vangelo”.

Il Vescovo Gervasi ha anche sottolineato la geniale intuizione di Canepa per aver compreso come avviare l’oratorio in un periodo storico disastroso. “Lui stesso veniva da una vita borghese in un tempo complesso anche per la vita della Chiesa e della nostra città di Roma”, ha proseguito nel corso dell’omelia, “ma ha avuto questa forza intensa che si spiega solo per il forte rapporto personale con Cristo. La situazione di oggi è anch’essa drammatica perché i giovani vivono uno sbandamento generale enorme.

Chi gira di notte in questa nostra città conosce l’emergenza di giovani ed adolescenti, spesso preda di chi li spinge a buttarsi via. Ci vuole proprio il cuore di Canepa perché aiuti noi tutti a capire cosa si possa fare. Sono convinto che ogni ragazzo che riusciamo ad attirare all’oratorio, in qualche modo viene aiutato ad uscire da queste situazioni. Dovremmo capire come fare per avvicinare anche tutti loro.  I giovani sono terreno fertile: se riuscissimo ad entrare nel loro cuore come faceva Arnaldo sicuramente potremmo portare avanti questa opera. Dobbiamo andare avanti, non perdere la fiducia e pensare che ogni ragazzo che si pone al servizio dei piccoli è una benedizione.

Adesso vedremo la partenza degli oratori estivi, che a Roma stanno vivendo un certo risveglio, ma dobbiamo andare avanti anche per quello feriale e credere che possiamo veramente incidere nella vita di questi ragazzi toccando il loro cuore, specie se il nostro rimane sempre aperto. Penso alla potenzialità del COR: dobbiamo capire insieme come fare perché i nostri oratori continuino ad essere un luogo sano per i nostri ragazzi”.

“Il Signore ci ha chiesto, a ciascuno personalmente e insieme come comunità del COR, di servirlo nella speciale vocazione all’oratorio mettendoci a disposizione della Chiesa di Roma e delle giovani generazioni” ha sottolineato da parte sua la Vicepresidente del COR, Micaela Castro, salutando il Vescovo all’inizio della celebrazione. “In ogni bambino che incontriamo riconosciamo il volto di Colui che ci ha chiamato e intendiamo accompagnarli verso un incontro personale con l’intera Trinità che abbiamo appena celebrato liturgicamente. Lo facciamo come catechisti e animatori, ma anche attraverso il servizio nei territori di questa grande e complessa città accompagnando sacerdoti e laici nella formazione e nella progettazione degli oratori”.

(Foto: COR)

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